Con colpevole ritardo, provo a scrivere due righe su L’algoritmo bianco, bel romanzo di Dario Tonani che avevo citato in un post del lontano 2011. L'occasione è, semplicemente, il momento di pulizia dentro Google Drive, che vorrei cercare di usare sempre meno per uso personale.
Tonani è indubbiamente uno dei migliori scrittori nel panorama (sicuramente poco noto, ma direi anche poco battuto) cyber punk italiano. Indubbiamente ne L'algoritmo bianco lo scrittore sfrutta tutti gli elementi tipici del genere: un antieroe, il killer a pagamento Gregorius Moffa; una società profondamente infusa di tecnologia informatica, ma attraversata da forti disagi sociali. Lo stile di scrittura è allora asciutto e "sporco" al punto giusto: si percepiscono l’elettricità, il sangue, persino la polvere e la paura in quello che è l'inseguimento a un virus informatico introdotto nella rete, l'algoritmo bianco del titolo, in grado di rendere i telefoni dei veri e propri telefoni tachionici. In questo modo chiunque può entrare in comunicazione con il proprio sé del passato o del futuro, generando così un vero e proprio paradosso della conoscenza.
Un romanzo che consiglio di recuperare nelle classiche bancarelle dei mercatini o, magari, anche in qualche oscuro, dickiano store on-line, stando ovviamente attenti a non venire infettati dall’algoritmo bianco: la conoscenza del tempo è un’arma a doppio taglio!
Grazie mille delle belle parole, Gianluca.
RispondiEliminaBuon weekend.
Dario Tonani
www.dariotonani.it
Di nulla e scusa se ho sbloccato il commento così tardi...
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