Generalmente il protagonista di un hard boiled è un detective privato tormentato, un po' spiantato, che beve come un spugna e mena facilmente le mani. Quando in Italia al detective privato venne preferito il poliziotto, meglio un investigatore più o meno in carriera, ecco nascere il poliziottesco. In effetti il genere è più vicino all'analogo poliziesco hard boiled statunitense che non a quel percorso che ho descritto poc'anzi, anche se aveva elementi originali nell'ispirazione alla particolarmente tormentata cronaca nera italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta.
In un periodo di revival di generi, più che scontato se consideriamo che in quei generi molti di noi ci sono cresciuti, ecco che anche il poliziottesco torna in auge, prima tra televisione e cinema (sto pensando, in particolare, all'Ispettore Coliandro) e ora anche nel fumetto con un volume in formato tascabile targato Vincenzo Filosa-Paolo Bacilieri.
E' un racconto snello, ma pungente, che cattura l'atmosfera di quegli anni. Segue la storia di un ispettore della polizia di Milano, Ventura, con un matrimonio in crisi e un pessimo rapporto con la figlia, ossessionato da un assassino a pagamento che gli è sfuggito dieci anni prima. Ventura, convinto che ci sia lui dietro l'ultimo omicidio assegnatolgli, si fa mandare a Roma per proseguire le indagini nel mondo del cinema, anche grazie a un'altra morte misteriosa forse connessa con quella di Milano. Il viaggio ingarbugliato porta alla fine Ventura fino in Giappone, l'amato Giappone di Filosa, in un finale ricco di adrenalina.
Filosa e Bacileri, che ho avuto anche la fortuna di incrociare da vicino nel corso di una serie di incontri organizzati da Andrea Plazzi proprio a Milano, realizzano un poliziottesco perfetto nel formato di Diabolik, ma senza farsi costringere dall'uso classico della gabbia del tascabile, ma anzi sfruttandola per realizzare un'opera dinamica in cui nulla è scontato (a meno di non essere sfegatati appassionati del genere: presente!), sia nella struttura estetica sia nella trama. D'altra parte la costruzione degli effetti e il ritmo sono indubbiamente cinematografici. E cinematografici sono anche alcuni dei camei di persone reali che finiscono nei disegni di Bacilieri, tutti da scoprire (a me è sembrato anche di vedere un Tomas Milian, re dei poliziotteschi!).
Ultima curiosità, indubbiamente una coincidenza (a voi decidere se inquietante o meno): l'incidente iniziale avviene per via di un animale sulla strada, proprio come in A classic horror story.
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