Quando il film uscì al cinema, il telegiornale ne parlò quasi come di un esordio, ma Jeffrey Jacob Abrams, meglio noto semplicemente come J. J. Abrams, non era esattamente alla sua prima pellicola. Dopo l'esordio con il terzo capitolo di Mission: Impossible nel 2006 e il primo film della nuova trilogia cinematografica di Star Trek ambientata in un universo parallelo, indubbiamente due blockbuster considerando il budget e il franchise dietro le due pellicole, Super 8 è al confronto una pellicola di fantascienza d'autore. D'altra parte il produttore era Steve Spielberg e la trama del film è in qualche modo una variazione sul suo E.T.
Come nella mitica pellicola di Spielberg, infatti, anche in Super 8 abbiamo un gruppo di adolescenti che interagiscono con un alieno. La storia, rispetto a E.T., è un po' più complicata e solo nel finale i ragazzi aiuteranno l'alieno ad andarsene dalla Terra, ma il messaggio è chiaro: andare oltre le differenze, trattando gli altri con la dignità che meritano. C'è poi anche una sottotrama sul perdono, giusto per non farsi mancare nulla.
Per buona parte Super 8 ha una scrittura quasi da investigativo: i protagonisti della pellicola, che sono andati di notte a girare un cortometraggio in super 8 (da qui il titolo) assistono al deragliamento di un treno, evento che è, come scopriranno poi, all'origine di una serie di sparizioni che avvengono in città.
La storia è intrisa dell'atmosfera degli anni Ottanta, non solo per l'ambientazione, il 1979, ma anche per l'influenza più o meno dichiarata di altre due pellicole dell'epoca, come i Goonies e Stand by me. Ci sono poi alcuni dettagli interessanti, come anche una certa commistione con l'horror che sembra venire direttamente da Alien, ma su alcuni di questi ci tornerò quando affronterò Stranger Things.
Per ora l'unica cosa che mi preme scrivere per concludere è che: il film merita. Decisamente!
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