Tornano le Giovani Marmotte su
Topolino con una nuova missione in giro per il mondo.
Francesco Vacca e
Mario Ferracina spediscono le GM paperopolesi nel Salar de uyuni, in Bolivia, lì dove si trove il più vasto deserto di sale, una distesa di oltre 12000 km
2 che, quando è ricoperta da un leggero strato d'acqua, diventa riflettente come uno specchio. IN questa zona vivono diverse specie di animali, come le vigogne, i culpei, e, su tutti, i fenicotteri rosa.
Tra le atività umane, invece, si segnala una vasta zona di estrazione del litio, e sarà proprio una presunta estrazione abusiva di litio a trasformare una storia di osservazione ed esplorazione in una piccola avventura. Vacca, in effetti, ripropone ai lettori un vecchio avversario e ne introduce uno nuovo, mostrato ancora nell'ombra, alla ricerca dei segreti delle Giovani Marmotte. In generale il lavoro che si sta portando avanti con le GM è molto simile a quello che era stato fatto un paio di decenni fa sulle pagine del mensile
Giovani Marmotte, le cui storie sono in corso di ristampa su
Il manuale delle Giovani Marmotte. Anche all'epoca gli autori
disneyani svilupparono un vero e proprio gruppo affiatato usando, in modi un po' più
soft, la stessa tecnica collaudata per
PKNA. Basti pensare che una delle storie principali uscite sull'albo venne citata da Paperino in uno dei numeri proprio di
PKNA.
Dopo la
cover story a spiccare è soprattutto
La deriva dimensionale, storia al limite del surreale in cui la magia di Amelia si combina con l'ultima invenzione di Archimede, un aggeggio quantistico che, per le sue stesse proprietà probabilistiche controintuitive, costuituisce una perfetta difesa contro la magia stessa.
Federico Rossi Edrighi, supportato dal sempre ottimo
Stefano Intini, propone al lettore uno sviluppo inconsueto nella narrazione e un mondo alternativo in cui da un lato Amelia riesce a rubare la Numero Uno proprio grazie all'incidente di cui sopra, mentre dall'altro Archimede salva Paperopoli dal disastro dovuto allo scombinarsi delle dimensioni spaziotemporali intorno al suo laboratorio. Il prezzo pagato per i rispettivi successi, però, è la perdita dei rispettivi "assistenti", Gennarino ed Edi. E proprio intorno al rapporto costruito con loro, alla fine, ruota l'intera vicenda.
Ultima citazione, giusto per arricchire la recensione del numero del
Topo in edicola, per
Le scomposizioni artistiche, una delle rare storie di
Carlo Panaro con Topolino. Affiancato da
Marco Palazzi, Panaro propone un'indagine abbastanza classica, un po' scontata che a qualcuno dei lettori più giovani potrebbe anche ricordare un po' la saga di Mr. Vertigo, sebbene sia abbastanza usuale nella produzione di
Topolino.
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