Torna su Topolino una storia griffata Topolino Comics&Science. Rispetto alle precedenti alla "macchina da scrivere" non troviamo né Vitaliano, né Artibani, ma Marco Bosco, affiancato ai disegni da Giampaolo Soldati, che propone una classica storia ambientata nel deposito con l'ennesimo problema affaristico per Paperone. A risolverlo ci pensa la sua società di informatica, progettandogli un computer quantistico. In effetti nei suoi elementi essenziali, la storia presenta un soggetto già utilizzato un paio di anni fa da Alessandro Sisti, per cui vi rimando là ai dettagli tecnici della faccenda.
La storia, di per sé abbastanza gradevole, ha indubbiamente il pregio di raccontare in maniera semplice alcuni dei prinicipi base dietro il calcolo quantistico. Dall'altro c'è da dire che l'uso che ne fa Paperone è indubbiamente un po' limitato rispetto alle potenzialità che potrebbe avere un computer del genere e forse la storia di Sisti, per quando meno didattica, era per certi versi più visionaria. Inoltre il problema affrontato da Paperone è ben lontano dall'essere anche solo paragonabile a quello dei big data, che viene sfiorato dalla storia di Bosco senza però essere presentato in maniera esplicita. Mentre cerco di capire se l'abbassamento della qualità in favore di una storia forse più centrata sulla questione scientifica possa essere di maggior efficacia, passo alla prossima storia, la seconda del sommario.
L'anomalia concentrica è una storia temporale che ha tutto per essere molto interessante. Innanzitutto francesco Vacca riprende Uma, l'agente cronautico ideato e fin qui usato solo ed esclusivamente da Casty. Poi abbiamo il ritorno della Spia Poeta, che con un attento lavoro di ricerca sembra sia riuscito a scoprire che Topolino e Pippo sono dei cronauti e si avvalgono di una macchina del tempo. A quel punto è proprio la Spia Poeta a dare il via all'anomalia temporale che rischia di sconvolgere l'intero spaziotempo.
La storia, oltre a presentare gli elementi che Vacca svilupperà nel seguito, propone anche un'interessante visione del tempo, un po' come la superficie di un liquido su cui ogni anomalia si espande come cerchi concentrici lungo la sua superficie. in questo senso forse avrei speso qualche pagina in più per mostrare al lettore la presenza di vibrazioni anomale anche in altre epoche oltre quella futura di Uma e quella presente di Topolino e Pippo.
Ad affiancare Vacca, però, troviamo un sorprendente Marco Mazzarello. In particolare la sua interpretazione della Spia Poeta risulta particolarmente realistica e moderna, grazie alla capigliatura disordinata e i continuo movimento. Inoltre il ghigno della Spia Poeta risulta particolarmente efficace nel comunicare al lettore il carattere inquietante e malvagio del personaggio.
Le doverose due parole conclusive vanno alle storie dedicate a San Valentino, che aprono e chiudono il numero. Il più bel regalo di San Valentino mostra una Silvia Ziche in grandissima forma che gioca con il ciché della festa degli innamorati, riuscendo alla fine a raccontarla in maniera divertente e senza il miele tipico di queste storie.
Anche L'avventura più bella, storia conclusiva di Topolino: Le origini, racconta la festività con toni leggeri e divertenti. E', in maniera sintetica, la tipica commedia in cui i due innamorati, in questo caso Topolino e Minni, si ritrovano la strada piena di imprevisti prima di giungere al fatidico incontro. A chiudere la serie ci pensa Giorgio Fontana, che l'aveva aperta, affiancato da Carlo Limido. Interessante la sequenza iniziale di 4 pagine, muta, o le due pagine che raccontano in parallelo la richiesta di aiuto che giunge a Topolino e Minni contemporaneamente, giusto prima di uscire per raggiungere il luogo del loro appuntamento. La storia, nel complesso, è divertente e gradevole, ma risulta un po' forzata la presenza di Basettoni e Manetta sul luogo di una manifestazione pacifica. D'altra parte la storia e più in generale la serie non aveva tanto l'obiettivo di sanare simili assurdità presenti in molte storie disneyane, quanto la gioventù di Topolino e i suoi primi passi per la vita indipendente in città. E in questo, tra qualche alto e molti bassi, la serie l'ha fatto in maniera interessante e con un occhio al passato.
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