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martedì 17 maggio 2022

Topolino #3468: Sipario!

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E anche questa settimana arrivo in ritardo con la settimanale recensione di Topolino. Per cui, senza altri indugi, andiamo subito alle storie. Tra l'altro questa settimana ce la sbrighiamo con poco, visto che mi occuperò solo della cover story, Sipario, storia in due tempi di Marco Nucci e Libero Ermetti, nuovo episodio della serie Area 15, e la quarta puntata degli Urbani Paperi.
Partiamo dalla cover story e dai suoi difetti. Innanzitutto da un finale abbastanza telefonato, e poi dalla copertina di Andrea Freccero che rende altrettanto poco sorprendente il legame tra... non anticipo null'altro se non una semplice frase: L'avevo detto, io!
Questi elementi, però, nel complesso per quanto importanti, sono indubbiamente meno essenziali rispetto alla storia in se, in cui i ragazzi di Area 15 si impegnano per mettere in scena un loro spettacolo teatrale. Ovviamente non è semplice e gli autori riescono a fornire al lettore la sensazione del tempo che scorre e del duro lavoro necessario per affrontare qualcosa che è nuovo per il gruppo di Area 15. Alla fine è una storia corale sul teatro e sulle emozioni che esso riesce a trasmettere agli spettatori. Interessanti, poi, i riferimenti a storie precedenti non solo della serie ma anche a altre dello stesso Nucci, visto che creano una sensazione di accoglienza e di familiarità in chi legge con continuità Topolino.
Per gli Urbani Paperi di Alex Bertani, Matteo Venerus ed Emmanuele Baccinelli la storia volge sempre più verso il termine. Col quarto e penultimo episodio si porta a conclusione la campagna navale di Tizio Caio contro i pirati in Levantia, dove Gastonio ha avuto un ruolo fondamentale e non solo grazie alla sua fortuna. Abbiamo, infatti, un Gastonio decisamente molto determinato e grintoso, in grado di usare la fortuna senza adagiarsi ai vantaggi che gli procura, mostrando come sia possibile sfruttare il personaggio in maniera efficace. Il suo percorso di apprendimento, però, non si conclude, visto che gli autori mettono in scena un confronto con Paperazio, personaggio poco utilizzato in questo Urbani Paperi (cosa, in certi termini, anche comprensibile), ma che nelle poche vignette che compare in questo episodio sembra seminare in Gastonio un seme che si spera possa fruttare nelle prossime stagioni (già, sono più che convinto che avremo altre saghe oltre quella che si sta per concludere!).
Il finale, poi, che prepara la conclusione di questa seconda stagione, fa comprendere molto bene come Rockerone non sia per nulla scomparso dalla scena, a meno di non scoprire che dietro i guai di Paperonio con cui si conclude l'episodio non ci sia qualcun altro.
A livello storico, la cosa che lascia più perplessi è l'evidente etnia nordica dei pirati/pescatori della Levantia disegnati da Baccinelli: sembrano vichinghi. Il punto è che per vedere pirati vichinghi nel Mediterraneo ci vogliono ancora diversi secoli! Inoltre, se consideriamo per buona l'ambientazione storica stabilita con il finale degli Italici Paperi intorno al 145 a.C., i pirati che razzolavano nel Mediterraneo, in particolare quello orientale (quindi l'immaginifica Levantia) erano i cilici, che all'epoca erano più che tollerati da Roma, poiché permettevano una regolare fornitura di schiavi. Come già accennato settimana scorsa, fu intorno al 70 a.C. che le cose cambiarono, in particolare a partire dal 74 a.C. dopo il rapimento di Giulio Cesare, sebbene la prima vera campagna contro i pirati risale al 102 a.C. guidata da Marco Antonio Oratore. Le motivazioni, ad ogni modo, sono esattamente quelle mostrate in Urbani Paperi: il commercio, la sicurezza e l'approvvigionamento delle provviste per Roma.
Continua a restare ignoto il motivo per cui si associa a Roma la nascita della pirateria, come confermato dalle battute dei pirati all'inizio dell'episodio, quando in effetti la nascita dei cilici è legata alla caduta di Trifone.
Passando a Roma, invece, Bertani e Venerus tirano fuori una storia che non sono riuscito a verificare, quella di una Roma invasa dalla fuliggine di un qualche vulcano del sud e che contribuiva al difficile periodo di approvvigionamenti della città, cosa peraltro confermata da alcune battute di Paperonoro da cui si comprende come la risoluzione del problema piratesco era solo uno degli aspetti per risolvere completamente la faccenda. E', invece, scoperta recente che l'eruzione di un vulcano in America, l'Okmok in Alaska, avrebbe causato in Europa e in particolare a Roma un periodo di freddo e carestie molto simile a quello descritto dagli autori in Urbani Paperi, solo che stiamo parlando del 44 a.C., poco dopo la morte di Giulio Cesare. Magari qualcuno sa qualcosa in più sulla faccenda della fuliggine a Roma: i commenti sono quindi a vostra disposizione. C'è comunque da dire che questa soluzione della fuliggine proveniente da un vulcano è una trovata molto interessante che contribuisce a enfatizzare le atmosfere spionistiche della storia.
Ultimo aspetto su cui vorrei soffermarmi e che ho un po' trascurato nelle recensioni precedenti è quello della ristorazione. Nell'antica Roma era molto diffuso quello che oggi consideriamo street food, ma c'erano anche gli antenati dei moderni ristoranti, ovvero le osterie, come per esempio quella di Anta Papera. Questo genere di locali erano detti enopolium e si serviva prevalentemente vino, ma in alcuni casi anche cibo e spuntini. C'erno poi anche i thermopolium, dove si potevano consumare anche cibi e bevande caldi, conservati alla giusta temperatura in vasi di terracotta all'interno del bancone, più o meno come succede oggi con il banco frigo del barista delle nostre moderne città.
Ad ogni buon conto, nonostante la serie prosegua con una reinterpretazione storica poco cronologica, il suo punto forte, raccontare una storia appassionante, risulta il suo pregio principale. E poiché non vengono presentati personaggi storici realmente esistenti, l'uso creativo della storia reale risulta funzionale al doppio compito di raccontare la storia dei personaggi e fornire ai lettori degli spunti che, si spera, abbiano voglia di approfondire.

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