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La storia, che ha in qualche modo anche un'ispirazione da Umbero Eco, racconta della ricerca da parte di un criminale, Armandez, della porta per raggiungere la biblioteca infinita. Ad opporglisi troviamo Topolino ed Eta Beta insieme con il librario Jorge, chiaro omaggio a Borges. L'aspetto matematico più evidente su cui si basa la storia viene sottolineato nell'introduzione alla stessa da Alberto Saracco: la combinatoria. La biblioteca infinita è, infatti, costituita da tutti i possibli libri che possono essere scritti con le lettere dell'alfabeto. Di qualunque alfabeto, ovviamente. Un modo per vedere la faccenda è, comunque, quello che famoso problema delle scimmie dotate di macchina da scrivere: riusciranno a riprodurre una delle opere di William Shackespeare? Ci accontentiamo anche di un sonetto. Bhe! La cosa alla fine dipende da quante scimmie metti al lavoro e dal tempo che concedi loro. E deve essere un bel po' di tempo!
Poi, ovviamente, c'è la questione dello spazio della biblioteca stessa, un concetto che è al tempo stesso molto simile all'albergo infinito di David Hilbert e a un tesseratto. Il paradosso dell'albergo infinito afferma che se abbiamo un albergo con un numero infinito di stanze tutte occupate, è sempre possibile accomodare nuovi ospiti, qualunque sia il loro numero, anche infinito, a patto che questo numero sia... numerabile! Il problema principale, ad ogni modo, è quello di far sì che ad ogni arrivo di nuovi ospiti gli spostamenti di quelli già presenti nell'albergo siano minimi (non infiniti, per dire).
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La scelta di questa pianta discende direttamente dalla congettura a nido d'ape, secondo cui la tassellatura esagonale è il modo migliore per dividere una superficie in regioni di area uguale con il perimetro minimo totale. Inoltre il modo più denso di disporre dei cerchi in due dimensioni coincide con una piastrellatura esagonale, che possiamo ottenere a partire dai punti di tangenza dei cerchi stessi.
Come evidente dal nome, la congettura a nido d'ape non è ancora stata dimostrata e si può solo congetturare che tale proprietà discenda dal fatto che gli esagoni hanno angolo interno di 120°. Questo vuol dire che bastano 3 esagoni regolari accostati uno all'altro per completare un angolo giro (360°). Ovviamente non è l'unica figura regolare con questa proprietà, e questo rende quella di poco fa come un'osservazione e non una dimostrazione.
Arrivati qui, andiamo a vedere, invece, il sommario del numero di Topolino in edicola.
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La cover story, invece, è la penultima del sommario, Paperino e l'auto smemorata, storia che rientra nel novero del già citato Topolino Comics&Science. Scritta, come tutte le altre di questa nuova stagione, da Marco Bosco, viene disegnata da un ottimo Giampaolo Soldati, che spicca per un'ottima gestione dei personaggi, in particolare Paperino. La storia, che ruota intorno al concetto scientifico delle leghe a memoria di forma, vede Paperino combinare uno scherzo al cugino Paperoga. La cosa, però, a un certo punto gli si ritorcerà contro.
Non mi dilungo oltre, anche perché il video in uscita, si spera, domani sarà dedicato proprio a questa storia.
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Il numero si chiude con Vito Stabile e Andrea Malgeri che propongono una nuova storia a bivi, Pippo alla ricerca del numero zero. In questo caso la struttura dei bivi è abbastanza semplice e poco intricata, anche se la principale biforcazione è quella legata al bivio iniziale. A un certo punto c'è persino un... trivio! Nel complesso una storia divertente, ma forse non così stuzzicante come altre storie a bivi.
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