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Il senso del romanzo, però, non sta tanto nella sfida di sopravvivere in un ambiente ostile, quanto nell'idea del cambiamento, nella necessità di abbandonare qualcosa di se stessi per poter cambiare e quindi andare avanti. Tutto questo si declina evidentemente non solo al livello del protagonista del romanzo, ma anche al genere umano nella sua interezza, come ben si comprende nel primo capitolo quando Sibley viene avvicinato dalla Doncaster Corporation, il cui rappresentante gli fa un discorso ambiguo infarcito di informazioni personali e di altre legate proprio alla necessità di cambiare la stantia e decisamente ipocrita società terrestre.
Nonostante ciò, e nonostante una qual certa velocità di lettura, il romanzo non mi ha convinto completamente, un po' per la caratterizzazione del protagonista (si finisce spesso a chiedersi come faccia a non comprendere la situazione intorno a lui, dopo che ha spesso lodato le sue capacità intellettive), un po' per l'atmosfera generale costruita da Burdys.
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