Dedicato a un amico @PierpaoloBorrel che non vedo da tempo e a un altro @flippantchemist che non ho ancora incontrato!
imitare la nostra attenzione a questioni terrestri equivarrebbe a fissare dei confini allo spirito umano
Stephen Hawking
La serie televisiva
Star Trek esordì nel 1966. Ideata da
Gene Roddenberry, ha avuto e continua ad avere un successo travolgente, riuscendo ultimamente anche a proporsi con buon successo di pubblico al cinema. Gli elementi che ne caratterizzarono questo duraturo successo sono molti: da un'ottima caratterizzazione dei personaggi, a una varietà di culture e razze che, pur tra mille difficoltà, provava a proporre un messaggio di tolleranza e integrazione in piena
Guerra Fredda, senza dimenticare l'abilità degli sceneggiatori nella realizzazione di episodi appassionanti e personaggi credibili. Altro elemento fondamentale, che viene spesso identificato come il punto forte della saga rispetto alle
Guerre Stellari di
George Lucas, era e continua a essere il tentativo da parte dei creativi di costruire un universo fisicamente plausibile, dove, ad esempio, fosse possibile coprire in tempi umani e senza alcun meccanismo di sospensione delle funzioni vitali gli enormi spazi interstellari.
Il viaggio di
Lawrence Krauss ne
La fisica di Star Trek è appassionante, scritto con competenza e cerca di coprire tutte le principali curiosità scientifiche, da quelle plausibli a quelle impossibili, senza dimenticare gli errori degli sceneggiatori, che hanno costellato una delle serie di fantascienza più note al mondo.
Ovviamente approfondire tutti gli aspetti della fisica di
Star Trek sarebbe anche lungo per cui eccovi una conferenza di
Fabio Peri, direttore del Planetario di Milano (ovviamente nel seguito del
post approfondirò alcuni degli aspetti trattati nel libro):