Stomachion

Visualizzazione post con etichetta henri maillardet. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta henri maillardet. Mostra tutti i post

domenica 29 luglio 2018

Automi scrivani


Uno dei disegni dell'automa di Henri Maillardet
Tra le pagine di Robot fuorilegge John Sladek fa partire la storia della robotica moderna con il ragazzo meccanico dello svizzero Henri Maillardet.
In effetti, dal punto di vista della mitologia, la storia degli automi risale a partire dall'antica Grecia con gli assistenti meccanici di Efesto o con Talos, gigantesco uomo di bronzo guardiano di Crera e antesignano dei mecha, proprio come il colosso di Rodi. A quanto pare l'isola aveva una forte tradizione meccanica, come riporta in questi versi il poeta Pindaro:
Le figure animate
adornano ogni strada pubblica
e sembrano respirare nella pietra,
o muovere il loro piedi di marmo.
Tutto ciò nulla toglie al tono leggendario dei versi, che potrebbero tranquillamente riferirsi a delle statue talmente belle e dettagliate da sembrare animate, soprattutto considerando che il meccanismo più complesso finora ritrovato dall'antica Grecia è il noto meccanismo di Antikythera (o Anticitera).
Facendo un salto al periodo medioevale, sono molti i documenti con progetti di automi dalle fattezze più svariate, dagli animali come i serpenti agli esseri umani. In questo mi sembra interessante citare gli automi di Al-Jazari che servivano per aiutare nel lavaggio delle mani: un automa dalle fattezze femminili, tirando un'apposita levetta, riempiva una bacinella d'acqua, utilizzando un meccanismo molto simile a quello impiegato nei bagni moderni. Una versione più sofisticata prevedeva invece l'uso di piccoli automi umani che porgevano salviettine e sapone all'utente.
Quello che possiamo considerare il boom dell'automazione arriva, però, con il rinascimento, quando gli automi vengono impiegati per gli spettacoli o per stupire le persone comuni. Si possono allora citare i diavoli meccanici di Giovanni Fontana o i progetti non realizzati di Leonardo Da Vinci o il monaco a orologeria probabilmente costruito da Gianello Torriani.
Famosi, poi, gli automi di Athanasius Kircher, in grado persino di parlare, e quelli scrivani di Pierre Jaquet-Droz e di Henri Maillardet, che fu allievo del primo.