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In questi giorni di grandi telescopi e moderni metodi astronomici, sembra strano che nessuno sforzo vigoroso sia stato fatto per scoprire pianeti oltre l'orbita di Nettuno, che è oggi considerato l'estremo limite del sistema solare. E' stato notato che sette comete hanno il loro afelio in un punto che corrisponderebbe all'orbita di un pianeta che ruota intorno al sole a una distanza di circa 100 unità astronomiche (9300000000 miglia).
Ora molti hanno suggerito che un tale pianeta esiste, e ha catturato le comete con la sua attrazione gravitazionale. Ciò è probabile, così come Giove e altri influenzano gli afeli di molti vagabondi celesti. Chi vi scrive ha notato che un grande ammasso di comete intorno a un punto a 50 u.a., dove potrebbe ruotare un grande corpo. Se i grandi matematici dell'epoca provassero a calcolare le orbite da questi afeli, è in dubbio che essi possano avere successo; ma se tutti gli osservatori che possiedono camere celesti si unissero insieme e minutamente fotografassero l'eclittica, come viene fatto nella caccia agli asteroidi, tali corpi potrebbero essere rivelati sui loro piani di rotazione. Anche se non venisse fatta alcuna scoperta, le accurate fotografie stellari sarebbero quasi valse la pena del tempo e della fatica.
Questa è la traduzione di una lettera che
Howard Phillips Lovecraft inviò alla rivista
Scientific American e pubblicata il 16 luglio del 1906, essendo egli convinto dell'esistenza di un pianeta trans-nettuniano. Tale convinzione gli giungeva, come avete letto, dall'osservazione di un certo numero di comete che egli stesso aveva evidentemente effettuato presso il
Ladd Observatory che il giovane, all'epoca non ancora scrittore, frequentava fin dal 1903 grazie all'interessamento di un amico di famiglia.
E' interessante osservare come il destino di Lovecraft si andò a incrociare con quello di un altro personaggio convinto dell'esistenza di un
pianeta X:
Percival Lowell, infatti, iniziò proprio nello stesso anno l'esame del cielo. Il destino dei due uomini si incrociò pure, in queste, ricerche: Lovecraft, infatti, andò ad assistere a una conferenza di Lowell, dove questi evidentemente spiegava le sue ricerche astronomiche.
Percival, però, non ebbe fortuna e a completare l'opera ci pensò, anche se in maniera indiretta, il fratello Lawrence, che finanziò un osservatorio intitolato a nome del fratello. E' qui che, nel gennaio del 1929, venne assunto
Clyde Tombaugh proprio con lo scopo di scandagliare il cielo e cercare il fantomatico
pianeta X. E il successo arrise al nostro dopo poco più di un anno, il 18 febbraio del 1930.
L'esperienza fu di un'emozione intensa, poiché la natura dell'oggetto era evidente a prima vista.
ricorda Tombaugh in un
emozionante articolo in cui racconta le peripezie sulla scoperta di Plutone, il famoso
pianeta X che Lovecraft, credendo nella sua esistenza, aveva trasformato in
Yuggoth in uno dei suoi racconti più belli,
Colui che sussurrava nelle tenebre, pubblicato dopo l'annuncio della scoperta ma che aveva iniziato a scrivere un mese prima dell'annuncio stesso:
Yuggoth ... è una strana sfera scura al'estremo limite del nostro sistema solare... Ci sono città immense su Yuggoth - grandi livelli di torri terrazzate costruite in pietra nera... Il sole splende senza essere più brillante di una qualsiasi stella, ma gli abitanti non hanno bisogno di luce. Essi hanno altri sensi più sottili, e non hanno finestre nelle loro grandi case e nei templi... I fiumi neri di pece che scorrono sotto quei misteriosi ponti ciclopiche ponti - cose costruite da una qualche razza più antica estinta e dimenticata prima che gli abitanti giungessero su Yuggoth dal vuoto fondamentale - dovrebbe essere abbastanza per rendere qualsiasi uomo un Dante o un Poe se egli riuscisse a mantenersi sano di mente abbastanza a lungo per raccontare quello che ha visto...
(da The Whisperer in Darkness, mia traduzione)
Tutto questo per introdurvi all'undicesima edizione, snella, questa di fine luglio, del (non) carnevale della fisica. Vuoi il caldo, vuoi il viaggio verso lidi calabresi, vuoi questo e altro ancora, l'edizione si concentrerà, con poche digressioni, ai due grandi eventi del mese: il
PlutoFlyBy e la scoperta del primo pentaquark non-esotico presso l'LHCb.
Le due imprese, quella di
NewHorizons e quella presso il CERN, sono accomunate da una sorta di
desiderio di esprimere che la cosa non mi va giù tanto che non capisco perché si finanziano queste imprese invece di dare soldi agli artisti, per esempio quelli del teatro e del cinema (o qualcosa del genere), e allora mi sembra giusto iniziare da
La straordinaria importanza di fare cose inutili di
smarcell1961:
la cosa che veramente deprime è constatare come tanta gente non sappia provare stupore. Non sappia affascinarsi di fronte alla conoscenza. Alla bellezza della conoscenza. Per loro una fotografia dei dettagli della superficie di Plutone o del SUV appena uscito dall'autolavaggio scatenano le stesse emozioni. Vedere davanti a sé una pietra che proviene dalla luna, e che ha passato gli ultimi 4 miliardi di anni su un corpo extraterrestre, ha lo stesso fascino di un sasso raccolto ai giardini pubblici. Sapere che sappiamo fare esperimenti che ci mostrano come era l'universo 13 miliardi e mezzo di anni fa genera lo stesso interesse di una puntata di Oggi al Parlamento. Niente su cui valga la pena soffermarsi, niente su cui valga la pena provare interesse, per non dire meraviglia. Non cura le loro emorroidi, non aiuta la ricrescita dei capelli (perché se servisse a curare il cancro sarebbero comunque sospettosi, essendo probabilmente qualcosa di imposto da qualche multinazionale!) e quindi non serve. Che poi sia la finestra su un mondo che fino a ieri esisteva solo nell'immaginazione, e che pensavamo accessibile solo con la fantasia, per loro non è degno di interesse.
Chiarito il concetto, buttiamoci sul
PlutoFlyBy con
Sandro Ciarlariello:
Ecco, dunque, ho pensato di utilizzare un software della NASA che si chiama NASA's Eyes (e che chiunque può scaricare da qui). Grazie a questo software é possibile simulare quello che si vedrebbe se si fosse "a cavallo" della sonda New Horizons nei prossimi giorni; si va dall'incontro ravvicinato con Plutone e Caronte (una delle sue lune) fino ad osservare Plutone che eclissa il Sole. Quest'ultima cosa è molto importante perché in questo modo la luce del Sole, passando nell'atmosfera di Plutone, potrà fornire a New Horizons parecchi dati riguardo la struttura atmosferica del pianeta nano.