Stomachion

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mercoledì 29 luglio 2015

Prima di Adamo

La fascinazione verso le teorie mistiche della reincarnazione si unisce con l'evoluzionismo, che stava muovendo i suoi primi passi, in Prima di Adamo, romanzo di Jack London che potremmo tranquillamente classificare come pura avventura.
L'idea di London è, infatti, quella di raccontare la vita, più che fittizia di un nostro progenitore, appartenente a una di quelle razze di primati apparse prima degli uomini e da questi soppiantate. Attraverso il sogno, espediente narrativo utilizzato nella narrativa pulp (ad esempio sul Randolph Carter di Lovecraft) il protagonista viene catapultato in un mondo fatto di giochi, azioni più o meno senza scopo, di un vivere alla giornata cercando di sopravvivere alle angherie del più forte nella tribù, o agli attacchi dei cacciatori, o a quelli degli esseri umani, o comunque di coloro che erano più umani che scimmie rispetto al protagonista delle avventure oniriche. Questi, infatti, appartiene a una razza cugina del genere umano propriamente detto, in lotta con i progenitori diretti, che in realtà li cacciano come delle prede qualsiasi: Se il destino dell'alter ego, e quindi della trasmissione diretta dei geni che hanno permesso il passaggio delle informazioni dall'avo al discendente, viene lasciato un po' in sospeso, è abbastanza evidente come il punto scientifico di fondo del romanzo, nello specifico, è la teoria del plasma germinale proposta nella seconda metà dell'Ottocento dal biologo tedesco Augustus Weismann. Come spiega Eugenio Melotti su Zanichelli Aula Scienza:
Weismann teorizzava una precoce separazione nello zigote tra cellule germinali, le sole a conservare e trasmettere le informazioni ereditarie, quindi virtualmente immortali, e le cellule somatiche che formano tessuti e organi, che invece muoiono insieme all'organismo a cui appartengono.
In linea di principio questa teoria potrebbe aver suggerito a London l'idea che grazie alle cellule germinali fosse possibile creare un ponte tra due esseri appartenenti a due razze distinte di cui una ormai estinta. E quindi da qui il romanzo di London, interessante e molto scorrevole nonostante la completa assenza di dialoghi.

giovedì 23 agosto 2012

Una volta sola nella vita

Jack London è stato uno dei più grandi narratori del profondo nord, dell'epopea degli uomini tra i ghiacci con grandi romanzi come Il richiamo della foresta o Zanna Bianca. Entrambi questi grandi romanzi sono diventati dei fumetti stupendi ed eccezionali, realizzati da Sergio Toppi. Il suo tratto realistico e, per certi versi sporco, ricco di ombre (o di rughe) è sempre stato perfetto per la rappresentazione della grande avventura, quella che si svolge nei grandi spazi naturali, come nella serie Magda e Moroni, nel racconto L'amore alla vita, dal racconto Love of life sempre di London, o nell'altro grande racconto Una volta sola nella vita, questa volta interamente realizzato, storia e disegni, dal cartoonist milanese.
E' la prima pagina di questo splendido racconto del nord è dedicata proprio a Sergio e a tutti i lettori, di fumetti e non.

martedì 6 ottobre 2009

La peste scarlatta

More about La peste scarlattaIn questa estate di riposo(1) (a tratti forzato) ecco il secondo libro di London. In un certo senso questo La peste scarlatta è qualcosa di più della fantapolitica de Il tallone di ferro, e vi si possono trovare alcuni punti di connessione con il Conan di Howard, che in questo senso ne è una sorta di erede.
London racconta della morte e distruzione della civiltà a causa di un virus letale in grado di sterminare l'intera razza umana in pochissimo tempo. La velocità del virus serve allo scopo di ridurre drasticamente la popolazione mondiale, gettandola nel panico. A London interessano soprattutto due cose: rappresentare la follia degli uomini, che perdono qualunque freno nel momento in cui il virus arriva con la sua violenza nelle città statunitensi; rappresentare l'abbrutimento della civiltà post-virus, che regge la sua memoria del tempo passato solo grazie all'esistenza di vecchi sopravvissuti all'antica strage virale, gli unici che ancora sanno come era la civiltà prima della peste scarlatta e come sono andate le cose.

giovedì 20 agosto 2009

Prima di 1984: Il tallone di ferro

More about Il tallone di ferroDalla prefazione di Goffredo Fofi leggo che questo libro fu bandito dallo stesso Mussolini, traditore del partito socialista cui London e la moglie appartenevano (e da cui se ne andarono quasi per gli stessi motivi di Mussolini) e dell'Italia poi, leggo poi che è un romanzo di fantapolitica sul socialismo, senza poi contare i capolavori di London, Il richiamo della foresta e Zanna Bianca, due splendidi romanzi del Nord ricchi di avventura ed emozioni. Tutto questo non poteva non colpirmi e così Il tallone di ferro è finito nella mia libreria.
Come già Heinlein con il romanzo postumo A noi vivi, anche London sfrutta il romanzo per portare avanti una serie di mini lezioni politico-economiche, in questo caso sul socialismo. Da abile scrittore quale era, però, London non dimentica l'azione e così nella seconda parte del romanzo, mentre le idee si diradano, iniziano le descrizioni delle lotte, delle battaglie, degli espedienti dei dissidenti socialisti contro il così detto Tallone di Ferro, ovvero l'unione dei trust economici che in effetti controllano il mondo. Interessante come, grazie all'inserimento di note di un curatore del futuro, London sembra molto ottimista sulla vittoria del socialismo.
In effetti il tema della lotta sociale, dovuta al controllo e allo sfruttamento eccessivo delle materie prime, è protagonista primaria o velata di molti ottimi romanzi di fantascienza, primo fra tutti il da me sempre citato Morte dell'erba di John Cristopher.
In ogni caso Il tallone di ferro è un ottimo libro, una lettura intelligente e interessante e di grandissima attualità.