Tra cinema e Rodolfo Cimino
Ad affiancare l'attrice, però, troviamo Giulio D'Antona come co-sceneggiatore e Daniela Vetro ai disegni. Paperone, in piena crisi cinematografica a causa dei continui successi di Rockerduck, si ritrova con un nuovo problema: un gigantesco gattone che compare di fronte al suo Deposito. Questo si rivela, però, una proiezione olografica proveniente dall'isola gattara, cui Paperone e nipoti si recheranno con apposito mezzo costruito da Archimede (un gigantesco gomitolo di metallo) con la labile speranza di ottenere dal gattone un aiuto per risolvere i problemi cinematografici del miliardario.Il soggetto di base è dunque di chiara ispirazione ciminiana e si lascia leggere piacevolmente. D'Antona, come Vito Stabile, utilizza anche uno stile più ricco di termini e meno banale rispetto alla media delle storie che compaiono sul settimanale, mentre il finale risulta sbrigativo e un po' deludente, in particolare per l'uso sottodimensionato dei particolari cristalli recuperati dai paperi sull'isola gattara alla fine dell'avventura.
Buona, nel complesso, l'opera di Daniela Vetro ai disegni, in particolare nella prima parte che sembra leggermente più curata.
Dilettanti allo sbaraglio
Questo il titolo dello spettacolo che le sorelle Quarch stanno mettendo in piedi per salvare la loro casa dalle mire del banchiere Fitzrocker nella terza puntata di Piccole grandi papere di Marco Bosco e Silvia Ziche. La parodia, affrancatasi completamente dai dettagli della storia originale, si sviluppa su binari al tempo stesso nuovi e già letti, ma non per questo meno piacevoli. L'idea di uno spettacolo che permetta di ottenere i fondi per i propri progetti non è, effettivamente, così nuova, ma ciò permette ai due autori di sviluppare i personaggi in modi differenti rispetto al romanzo, pur ottenendo dei risultati non dissimili. In tutto questo viene confermata la capacità di Bosco di riuscire a scrivere in maniera non banale il personaggio di Paperina: in effetti è uno dei pochi autori attualmente in forza a Topolino a caratterizzare in maniera forte e poco pedante la fidanzata di Paperino, rendendola molto più viva e tridimensionale del classico cliché femminile.
Il ritorno di Omega Omicron
Dopo l'apparizione su Topolino #3047 che sembrava abbastanza estemporanea, Alessandro Sisti riporta in scena Omega Omicron, il criminale del lontano futuro tornato a giocare con il tempo. La storia, disegnata dal bravo Marco Palazzi con un tratto che ricorda sempre più Alessandro Perina, mette insieme la macchina del tempo di Zapotec e Marlin con Eta Beta e la ricerca di alcuni monumenti del futuro improvvisamente scomparsi.Dopo il doppio prologo nel futuro e nel presente, l'azione si sviluppa senza un attimo di respiro quasi completamente all'interno della realtà virtuale, che diventa punto di passaggio e unione tra realtà e dimensioni differenti. Non dimentichiamo che ultimamente sta diventando di moda su Topolino intendere i mondi paralleli come universi di dimensioni maggiori del nostro, dimenticandosi però dei problemi di comunicazione tra universi di dimensioni differenti: un ripasso di Flatlandia non sarebbe male!
Altra cosa che colpisce, questa volta il lettore meno esperto di matematica e mondi paralleli ma quello più appassionato del genere giallo, è il modo sherlockiano in cui Zapotec e Marlin scoprono la data esatta in cui spedire Topolino, lasciando al lettore la domanda: ma non dovrebbe essere Topolino il detective?
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