Stomachion

giovedì 26 novembre 2020

Dati e vaccini

Non è il caso di ripetere la polemica relativa alle affermazioni di Andrea Crisanti, ma è più interessante riportare velocemente un paio di considerazioni (quelle che avrei fatto ieri senza la curiosità monolitica!). E' veramente roba di poco conto, ma ve la lascio lì giusto come spunto di riflessione o di discussione.
Una delle riviste più prestigiose del settore medico e farmaceutico, The Lancet, ha rilasciato due articoli su due dei vaccini che hanno più fatto parlare di se, il russo Sputnik V e il vaccino italo-britannico ChAdOx1, realizzato in collaborazione con l'azienda farmaceutica Astrazeneca. Sul vaccino russo The Lancet riporta questo commento, rilasciato alla rivista da Tarik Jasarevic, portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità:
WHO is in touch with Russian scientists and authorities and looks forward to reviewing details of the trials.
E' importante ricordare che l'OMS non è ente regolatore in merito farmaceutico, né questo ruolo gli viene riconosciuto dalle burocrazie occidentali. Questo fatto potrebbe, però, avere non poche implicazioni in termini di impatto sull'opinione pubblica non appena l'OMS renderà pubblico il suo parere sul vaccino russo.
In merito al vaccino italo-britannico, invece, la rivista ha pubblicato l'articolo scientifico in cui i ricercatori confermano che la fase di test si trova in una situazione intermedia tra fase 2 e fase 3, di fatto confermando che ChAdOx1 è in ritardo rispetto agli altri concorrenti. Dall'articolo sappiamo che il vaccino
appears to be better tolerated in older adults than in younger adults and has similar immunogenicity across all age groups after a boost dose.
Questa è indubbiamente una caratteristica interessante, che se venisse confermata dai test successivi lo renderebbe particolarmente adatto per una popolazione piuttosto in là con gli anni come quella italiana.
A questo paper scientifico, aggiungerei anche il comunicato stampa di Astrazeneca, uscito qualche giorno dopo il paper su citato. Nel comunicato si trova un'affermazione che ho trovato piuttosto curiosa:
One dosing regimen (n=2,741) showed vaccine efficacy of 90% when AZD1222 was given as a half dose, followed by a full dose at least one month apart, and another dosing regimen (n=8,895) showed 62% efficacy when given as two full doses at least one month apart. The combined analysis from both dosing regimens (n=11,636) resulted in an average efficacy of 70%. All results were statistically significant ($p \leq 0.0001$).
Sappiamo già che questo è il vaccino su cui punta l'Italia, e sembra fatto apposta per la nostra popolazione un po' in là con gli anni.
P.S.: poco prima di andare in pubblicazione sono incappato in questo articolo dove effettivamente sorgono un po' di dubbi sugli strani dosaggi di cui sopra.

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