Stomachion

domenica 29 novembre 2020

Topolino #3392: A zonzo per la campagna

Il Toplino #3392 presenta, come ormai consuetudine in questi ultimi tempi, un sommario molto interessante. Triviamo in apertura la conclusione della nuova storia di Gervasio su Paperinik e la saga di Sir Topleton: di quest'ultima scriverò Al Caffè del Cappellaio Matto. Tra l'altro, eccezionalmente per questa settimana, per il Caffè ho intenzione di pubblicare un secondo articolo lunedì dedicato alla nuova saga con Newton Pitagorico protagonista. Quindi questa settimana qui DropSea c'è un po' più di spazio per il resto del sommario. E partiamo con una deliziosa storiella della serie Paperino Paperotto:
I sentieri del bosco
Scritta da Valentina Camerini, si basa su un "soggetto" della classe dell'allora IC (anno scolastico 2019/20) della scuola media "Curzi" di San Benedetto del Tronto (il titolo dell'istituto è più lungo di così...) che ha vinto il premio del concorso 2019/20 organizzato dal FAI insieme con Topolino.
La storia racconta dell'importanza, in ottica umana ovviamente, dei sentieri all'interno dei boschi e di come questi vengano tracciati: i vecchi sentieri, infatti, sono sostanzialmente le linee di passaggio più utilizzate da chi i boschi, di campagna o montagna, li vive, ovvero gli esseri umani, ma anche gli animali stessi, cosa che manca nella storiella. Scritta proprio come un "viaggio di scoperta" tipico di un gruppo di bambini, c'ho ritrovato, come spesso succede con le storie della Camerini con Paperino Paperotto, un po' della mia infanzia nel paesello di montagna dove passavo tutte le estati (prima di trasferirci lì durante la mia adolescenza). Ai disegni troviamo un, per una volta, anonimo Luca Usai, sebbene il tratto risulti comunque adatto alla storia.
Dimmi la verità
La pungente verità è una divertente gag story di Enrico Faccini in cui Paperone ospita per una giornata il pappagallo di un principe indiano. Da lì in poi iniziano una serie di situazioni divertenti in cui si iniziano a sentire delle voci, che in un modo o nell'altro raccontano la verità. Le situazioni, divertenti ma al tempo stesso imbarazzanti, sono congegnate con maestria per permettere non solo al lettore ma anche allo stesso Paperone di scoprire qualcosa di più su se stesso.
Come se fosse all'inizio
Quello di Paperinik è un personaggio abbastanza consolidato, come dimostrano alcune battute della prima puntata di Caccia a Paperinik, storia scritta da Marco Gervasio per i disegni di un Davide Cesarello non così soddisfacente. In generale sono abbastanza d'accordo con l'amico Andrea Bramini sulla storia. Scendiamo, però, un po' più in dettaglio:
Avevamo lasciato Paperino nel tipico dilemma che caratterizza la gestione gervasiana di Paperinik: gestire un attacco alla sua identità mascherata. In questo caso Gervasio inserisce una serie di riferimenti alle storie classiche scritte da Guido Martina, come spesso scritto su questo blog anacronoistico punto di riferimento per l'autore (ma non solo per lui), in particolare a La bella addormentata, in cui protagonista è l'omonimo quadro realizzato da un anonimo artista che diventa pietra del contendere tra Paperone e Rockerduck.
In questo caso Paperino si fa aiutare da Archimede Pitagorico, che in questa serie di storie conosce esplicitamente l'identità di Paperinik (e forse è l'unico ottimo risultato della gestione gervasiana), mettendo in piedi un depistaggio nei confronti della polizia molto martiniano. Il punto è che anche l'indagine, peraltro concentrata in questa seconda puntata, è terribilmente semplicistica, ancor più di molte indagini paperinikiane di Martina: Paperinik, infatti, sfonda porte e segue intuizioni senza alcun vero indizio, tranne quello trafugato alla polizia. In questo caso Gervasio spreca l'opportunità di un'irruzione all'interno della stazione della polizia paperopolese che sarebbe stata molto interessante da leggere.
La rivelazione conclusiva del colpevole avviene con il classico spiegone finale che, però, si regge su un indizio mai visto prima nel corso della storia e su cui Paperinik non si è mai soffermato nel corso delle sue indagini (chiamiamole così per semplicità): da lettore di gialli, sono rimasto molto perplesso dall'efficacia della storia, che ha come pregio principale l'introduzione di un nuovo detective della polizia paperopolese, il tenente Sheriduck, esplicitamente ispirato ai detective anni Settanta, che quasi sicuramente ritroveremo nelle future storie gervasiane. L'altro grande risultato ottenuto da Gervasio è quello di rimpiangere le storie paperinikiane un po' scolastiche di Carlo Panaro.
Le ultime righe per Cesarello: rispetto alle ultime uscite in quel di Topolinia, in questa occasione il disegnatore risulta molto poco efficace nel tratteggiare i personaggi paperi, con il disegnatore che sembra non riuscire a trovare un punto di riferimento fisso. I personaggi migliori, infatti, risultano soprattutto quelli secondari dalle fattezze canine, mentre tra i paperi gli unici che ho trovato realmente gradevoli sono Sheriduck e Rockerduck.

Nessun commento:

Posta un commento