Stomachion

giovedì 5 novembre 2020

Ritratti: Ferdinando Brusotti

Ferdinando Brusotti è stato un fisico e un inventore italiano che ha decisamente precorso i tempi, ma con scarsa fortuna, nonostante la fama internazionale raggiunta.
Si occpuò di teoria cinetica della materia e di elettrostatica, e sono soprattutto due applicazioni in questo campo a interessarci. La prima è la costruzione di un'apparecchiatura telefonica con cui condusse una serie di esperimenti tra Pavia e Lomello usando la locale linea telegrafica. Il progetto era indubbiamente di un certo valore, visto che il brevetto di Antonio Meucci era del 1871, mentre quello di Alexander Bell ed Elisha Gray era del 1876. E' interessante notare che solo nel 1877 negli USA si riuscì a realizzare una comunicazione a grande distanza, all'incirca 22 chilometri, mentre la linea tra Pavia e Lomello era lunga ben 36.5 chilometri!
L'invenzione che, però, lo rese famoso e che, con più oculatezza, probailmente anche ricco era... la lampadina!
Oggi sappiamo che la lampadina a incandescenza è un'invenzione di Thomas Alva Edison. L'inventore statunitense non rubò l'idea a Brusotti (d'altra parte il fisico italiano non lavorava con Edison, come Nikola Tesla), ma quella della lampadina era un'idea che si trovava nell'aria già da diverso tempo. Risale, infatti, al 1815 la lampada di Davy, inventata da Humphry Davy, il primo dispositivo a generare luce a partire da energia elettrica.
Il passo successivo venne compiuto nel 1840 da un altro chimico britannico, Warren De la Rue, famoso in particolare per essere stato un pioniere dell'astrofotografia. De la Rue, infatti, infilò una spirale di platino all'interno di un tubo di vetro dove aveva prodotto il vuoto. Quindi fece passare attraverso la spirale della corrente elettrica: in pratica era una delle prime lampadine elettriche!
E proprio su un dispositivo simile, basato su un filamento di platino, che si mise a lavorare Brusotti, depositando peraltro un brevetto nel 1877. E' interessante notare come l'italiano introdusse un dispositivo, basato sulla temperatura, che interrompeva il flusso di corrente quando questo rischiava di fondere il filamento di platino. Gli esperimenti di Brusotti continuarono fino al 1879 quando l'inventore giunse a una profonda miglioria della sua lampadina: il filamento di platino era stato sostituito con uno di cotone carbonizzato, mentre il tubo di vetro da una sfera, sempre di vetro. Poi ecco il disastro: venne a conscenza dei risultati raggiunti da Edison, che era partito con un filamento di carbone, e, preso dallo sconforto e dal non possedere gli stessi mezzi economici dell'inventore statunitense, lasciò scadere il suo brevetto il 31 dicembre del 1880.
Tale decisione fu, in qualche modo, intempestiva: nel maggio del 1882, infatti, si fece avanti un industriale americano, tale Orth, che voleva acquistare il brevetto di Brusotti. Peccato che il nostro, come scritto poc'anzi, non poteva soddisfare la richiesta avendolo lasciato scadere due anni prima.
Chi, invece, non si arrese fu Joseph Swan, fisico e chimico britannico, che ideò già nel 1850 una lampadina molto simile a quella di Edison di 20 anni più tardi. Swan costituì un'azienda di produzione per il suo nuovo dispositivo. Dopo essere stati concorrenti, i due unirono le rispettive aziende nella colloquialmente nota Ediswan.

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