Stomachion

mercoledì 2 marzo 2022

Sciocchezze - parte 2

Non sono cose che fa piacere leggere. O scrivere. Ma sono vere. E sono parte del problema.
Questa guerra fa paura perché a portarla avanti è la Russia, una delle ex-superpotenze, come scrivevo ieri. Questa guerra fa paura perché è fatta contro gente che veste come noi. Che prova a vivere come noi. E non contro gente vestita in maniera diversa, come potrebbe essere un paese islamico, per esempio. Questa guerra fa paura perché la Russia ha i missili nucleari, che Putin minaccia di spedire contro l'Europa. Questa guerra fa paura perché i nostri governanti cercano di vendercela come necessaria. Come un modo per difendere i valori dell'occidente. Un po' come gli storici ci hanno venduto la battaglia delle Termopili, che alla fin fine non fu nemmeno così fondamentale per quella guerra lì contro i persiani, che gli ateniesi avrebbero vinto comunque. Ateniesi che erano quelli che si stavano difendendo, non dimentichiamolo. Questa guerra fa paura perché personalmente non ho ancora capito a che gioco sta giocando Zelenski, che ora vuole trattare con la Russia e ora istiga l'Unione Europea a intervenire, ora chiede la mediazione della Cina. Non è che a giocare a più tavoli trovi su uno la carta vincente: il rischio è che la situazione precipiti in fretta prima che la carta vincente esca dal mazzo. E la paura è che vada a finire proprio così. Questa guerra fa paura perché i governanti europei potrebbero non accontentarsi di mandare armi all'Ucraina, in un delirio di onnipotenza collettivo che pareggerebbe quello di Putin (e poi tanto mica sono loro che rischiano, con aerei privati già pronti a portarli via). Questa guerra fa paura perché in fondo a Cina e Stati Uniti non gliene frega un bel niente se Russia e Unione Europea si autodistruggono. Tanto arriveranno loro a prestare soldi a strozzo per ricostruire dalle macerie.
Vorrei tornare a scrivere di cose che mi piacciono. Scienza. Fumetti. Libri. Musica. Senza sentirmi come l'orchestra del Titanic che suonava fino all'ultimo istante possibile. O forse dovrei fare proprio come loro, perché in fondo quello era uno sprazzo di normalità, un modo per restare loro e mantenere i passeggeri calmi nonostante tutto.

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