una storia spaziale ma di uno spazio esso stesso "diverso e più profondo"come recita la quarta di copertina.
Il romanzo, però, vive una sorta di ambiguità di fondo. Da un lato i vari capitoli raccontano vicende in qualche modo legate una all'altra, ma lette nell'ordine in cui vengono proposte risultano slegate e il leggero filo rosso che le mette insieme può essere compreso solo leggendo tutte le 100 e più pagine di cui è costituito.
Anche il tono risulta oscillante: alcuni capitoli hanno un gusto umoristico, alcuni quasi ridanciano, altri invece eccessivamente seri. Il punto essenziale dell'opera di Malzberg, però, è quello di raccontare lo sviluppo dell'era spaziale a partire dalla conquista della Luna e fino alla conquista degli estremi più lontani del Sistema Solare.
Il romanzo venne pubblicato per la prima volta nel 1971 (in Italia su Urania nel 1979) e fino all'inizio di quell'anno il Programma Apollo aveva portato a termine una decina di missioni e tra il 1971 e il 1972 sarebbe giunto al termine con l'ultima missione del dicembre 1972. Ovviamente nessuno dei fatti storici reali, a parte il primo allunaggio, entrano a far parte del romanzo, ma da quell'evento iniziale Malzberg, saltando avanti e indietro nel tempo, descrive lo sviluppo dell'esplorazione spaziale fino al 2400 e poco oltre e, in questo modo, come fa tutta la fantascienza che si rispetti, racconta in realtà la società contemporanea, suggerendo come il genere umano sia in realtà destinato inevitabilmente a rovinare qualunque buona intenzione.
Al di là dell'essermi un po' pentito dell'acquisto, il libro, che considero più simile a una raccolta di racconti che a un romanzo vero e proprio, presenta alcuni spunti interessanti, come per esempio la trasformazione delle missioni spaziali degli astronauti in piccoli reality show. Gli equipaggi, infatti, devono periodicamente collegarsi con la Terra e tendenzialmente sono descritti con elementi di conflitto tra loro (tendenzialmente sono equipaggi di due o tre astronauti), proprio come i concorrenti di un reality.
Ci sono poi vari spunti politici, legati alla ribellione allo status quo o l'idea che i fallimenti di chi governa siano responsabilità non tanto di chi è preposto a tale compito ma di ribelli e sediziosi, pensiero che mi sembra sia stato parecchio diffuso negli ultimi anni.
Altro spunto interessante viene nel capitolo dedicato allo sbarco su Venere, che secondo Malzberg dovrebbe avvenire nel 1999 (cosa che sappiamo non è accaduta). A un certo punto l'astronauta, che poi avrà un moto di ribellione nel corso del racconto, si paragona a un fattorino spaziale:
(...) l'hanno mandato a cinquanta milioni di chilometri verso il sole per fare il fattorino?La curiosità è legata al fatto che nel 1964 Carl Barks aveva spedito Paperone nello spazio a recapitare una lettera sul pianeta Venere!
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