Il 14.mo volume della ristampa tascabile del Superman era John Byrne è abbastanza significativo poiché presenta in un unico albo quattro differenti facce narrative del fumettista canadese. Abbiamo infatti la fantascienza, la politica, il romance e l'horror. Inoltre le prime due storie presentano ancora delle connessioni con il crossover Millennium, in quel periodo avviato verso la sua conclusione. In particolare il Superman #14 gioca un ruolo importante all'interno del crossover, tanto che nel corso della sua prima pubblicazione italiana, sul seminale Justice League della Play Press (l'albo che raccolse le avventure della mitica JLA di Giffern e De Matteis), questo fu uno dei pochi tie-in a venire pubblicati a fianco della miniserie principale.
La storia è abbastanza semplice e racconta dell'inseguimento del Gran Maestro dei Menhunter da parte di Superman e Lanterna Verde. Il robot malvagio è alla ricerca dei Guardiani dell'Universo e delle loro equivalenti femminili, le Zamaron, rifugiatisi in una dimensione parallela per raccogliere le energie e preparare una nuova era per l'universo. Byrne, dunque, rompendo un po' con la struttura con cui aveva impostato Superman e Acrtion Comics, propone il tie-in con Millennium su Superman.
Nella storia Byrne propone alcune trovate interessanti, anche sotto un'ottica scientifica. Innanzitutto mescola un po' le carte giocando con la non perfetta comprensione della fisica di frontiera da parte del lettore citando la meccanica quantistica e lasciando intendere al lettore che Superman e Lanterna Verde si trovano in una dimensione dove quest'ultima ha un'influenza anche a livello macroscopico. Per dare un senso di spaesamento, Byrne crea immagini psichedeliche, ma soprattutto dissemina il percorso dei due supereroi di una serie di poligoni regolari con un numero di lati crescente.
Altro punto scientificamente interessante è, poi, la trappola congegnata dal Gran Maestro contro Superman. In questo caso il robot intrappola il supereroe sotto una gran quantità di macerie, al cui centro si trova un marchingegno in grado di generare un campo gravitazionale. Questo spinge Superman a scavare letteralmente in tondo, almeno fino a che non si rende conto della cosa. A quel punto è facile per un supereroe in grado di compiere un volo suborbitale sfuggire al campo gravitazionale artificiale, che non potrebbe in ogni caso essere paragonato con quello di un pianeta.
Anche la seconda storia dell'albo, Punti di vista, è legata a Millennium, ma non è fondamentale per il crossover, e così Byrne la sfrutta per in qualche modo chiudere i conti con il Superman di Wolfman. La storia, infatti, esce su Adventures #437 disegnata da Jerry Ordway, e si occupa di Gangbuster. L'eroe urbano introdotto proprio da Wolfman sfida Contractor, l'ennesimo criminale armato da Luthor per mettere in difficoltà Superman. La storia non finisce bene per nessuno dei due, però gli elementi interessanti dell'albo sono altri.
Innanzitutto la struttura della storia, che propone in pratica due storie che si sviluppano su strisce orizzontali, una sopra l'altra. Questo permette di confrontare la versione che fornisce Luthor della storia, in cui Superman sostituisce Gangbuster, confermando qualora ce ne fosse bisogno l'ossessione del miliardiario nei confronti del kriptoniano, e la versione di Lois Laine, raccontata nel suo articolo per il Daily Planet. E soprattutto quest'ultima versione presenta alcuni elementi decisamente molto interessanti. Da una parte abbiamo Contractor, che assalta un cinema per rapire Lois con il solo scopo di attirare Superman allo scoperto. Dall'altra abbiamo gli abitanti di Metropolis, che soprattutto con l'arrivo di Ganbuster, trovano il coraggio di resistere a Contractor e aiutare l'eroe a tenere testa contro il criminale.
E' una storia di fine anni Ottanta, però se ci vedete un qualche parallellismo con l'invasione dell'Ucraina dei nostri giorni, non siete gli unici.
Il resto del numero è, come si suol dire, una sorta di esercizio di stile. Su Action Comics #597 Byrne propone un confronto tra Lois e Lana Lang in quel di Smallville. Da un lato l'ispirazione, come ben mostrato dalla copertina, è quella delle storie di genere romance, dall'altro il fumettista canadese cerca sia di ribadire l'importanza di Lois nella vita di Clark Kent, e quindi di Superman, sia di complicare la storia tra i due.
Dal punto di vista grafico l'albo sembra studiato per omaggiare Kurt Schaffenberger, come ricorda lo stesso Giorgio Lavagna nei redazionali. Non solo la copertina richiama esplicitamente il tratto di Scahhenberger, ma anche all'interno il tratto di Byrne sembra avvicinarsi alla linea dell'epoca, forse anche per merito dell'inchiostratore Leonard Starr.
Infine con Ali su Superman #15 arriva l'horror, ma non solo. Byrne, infatti, approfondisce un po' di più la storia di Maggie Sawyer, raccontandoci del suo matrimonio fallito e della figlia che è scappata per raggiungerla a Metropolis. La ricerca della figlia di Maggie da parte di Superman si incrocia con un nuovo criminale in città, l'orrorifico Skyhook, che cerca, guarda un po', di controllare i bambini di Metropolis. Altro elemento interessante è come Byrne lasci intuire, senza dirlo esplicitamente, che il cuore di Maggie Sawyer ora è occupato da una donna, portando avanti con il suo tipico garbo un argomento che in altri modi avrebbe semplicemente creato scandalo senza fornire al lettore quella sensazione di normalità che invece è presente nella scena byrniana. Dal punto di vista estetico, infine, la combinazione di Byrne con Karl Kesel sembra un tipico albo di Spawn, forse un po' meno oscuro. Anzi, mi correggo: è un albo di Spawn a ricordare i fumetti horror di Byrne!
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