Dopo Il demone di febbraio, ho deciso di affrontare una nuova raccolta di Gerard Prevot, questa volta costituita da due racconti brevi, il primo dei quali da il titolo alla raccolta stessa, e da un racconto lungo, o rom anzo breve che dir si voglia.
Al di là degli aspetti di tensione dello stile adottato dallo scrittore belga, Gli sparti, ovvero il romanzo breve, è indubbiamente la lettura che maggiormente tiene incollati alle pagine, non solo per la sua lunghezza, ma soprattutto per il tema che si dipana nel corso della storia. Infatti, più che un racconto dell'orrore è quasi un noir, ma la grande differenza nel genere sta in quel quasi, perché più si procede con la lettura più si ha la sensazione che i due generi principali del racconto stesso siano errati. Ci sono infatti alcune frasi qua e là, ma soprattutto i riferimenti a matematica e codici che lasciano intuire che, a meno di non essere di fronte a un racconto sulla follia del genio matematico (che poi è indubbiamente una possibile lettura che si affianca a quella principale), siamo di fronte a una storia di genere fantascientifico di stampo lovecraftiano. Cosa che alla fine si dimostra esatta.
Anche il racconto conclusivo risulta interessante, come capirete dal titolo, Lo spettro meccanico.
Ottima, quindi, questa nuova raccolta di storie del brivido di Prevot, pubblicata anche questa da Agenzia Alcatraz.
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