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lunedì 21 ottobre 2024

Matematica, lezione 32: Statistica inferenziale

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Avevamo già incontrato Alessandro Viani allorché, sul 9.no volume, ci aveva introdotto alla statistica. Con questo 32.mo volume ci aiuta a compiere il passo successivo, quello verso la statistica inferenziale. Le considerazioni sul volume, ricco di formule e di esempi, ma anche scritto con sufficiente chiarezza da poter essere seguito senza sforzi eccessivi, sono di due tipi.
La prima considerazione è che, generalmente, nessun campo della scienza applica completamente le tecniche della statistica in generale e di quella inferenziale in particolare, meno che mai i fisici. Di questo fatto me ne ero già in parte reso conto confrontandomi con mia sorella, che come spero ricorderete è una statistica, ma il volume di Viani me ne ha dato conferma. Da fisico teorico, infatti, ho chiuso il volume, o quanto meno la sua parte relativa al titolo, con la sensazione che, se esaminate con gli occhi di uno statistico, in particolare inferenziale, una buona parte delle scoperte in fisica non sarebbe statisticamente solida come, invece, i fisici sperimentali pensano.
La seconda considerazione è lagata al confronto tra il metodo di lavoro raccontato nel volume, e quello cui sono stato testimone indiretto proprio grazie a mia sorella, che per diversi anni ha lavorato nel campo delle ricerche di mercato, tra l'altro per uno degli istituti privati più prestigiosi (almeno fino a che la crisi dovuta alla frode fiscale del titolare non ha fatto crollare tutto). Nel campo delle ricerche di mercato e più in generale in quello della statistica privata o comunque non accademica, c'è una netta distinzione di ruoli tra chi raccoglie i dati, chi li elabora e chi, alla fine, trae le conclusioni, in un lavoro che è si di team, ma anche molto a compartimenti stagni.
Per come tutto il processo viene raccontato da Viani, si ha l'evidente sensazione che spesso, nel mondo accademico, queste figure siano una e una sola. E in generale uno statiotico dell'università deve essere in grado di svolgere tutti e tre i compiti nella maniera migliore possibile, indipendentemente dalla sua specifica specializzazione, o dalla posizione rivestita che, magari, gli permette di delegare la raccolta dei dati sul campo (a laureandi e dottorandi, per esempio, o ad assegnisti di ricerca). Ovviamente in molti campi della scienza, per esempio nell'astronomia, le tre figure sono abbastanza inscindibili in una sola: spesso, infatti, anche il dottorando fa tutto su una porzione dei dati raccolti, salvo poi comuqneu confrontarsi con gli altri componenti del team. Ed è sostanzialmente il motivo per cui ho sempre pensato che il titolo di "ricercatore" dovesse andare di più a mia sorella, che i dati li maneggiava, e non a chi li interpretava, senza averci speso una briciola di sudore.
Lo so, è stata una recensione un po' diversa dal solito, forse poco "recensione" rispetto alle altre. Il resto, però, rientra nei soliti binari, iniziando con i giochi matematici di Maurizio Codogno in cui, a differenza di quelli del 27.mo volume, ha una certa importanza anche la fisica. E in effetti devo dire che ragionando da fisico un paio dei problemi proposti sono di risoluzione pressocché immediata. Questo, però, non vuol dire che non la si possa trovare per le usuali vie matematiche.
La sezione biografica, che come raccontato nella recensione del 31.mo volume si è ora concentrata sulle figure femminili della matematica, è infine dedicata a Sophie Germain, la prima donna ad aver studiato presso la prestigiosa Ecole Polytechnique di Parigi, seppur a distanza, in un'epoca in cui l'istruzione superiore era ancora vietata alle donne. La sensazione, leggendo le righe della biografia, dall'episodio che le ha permesso di affrontare questi studi prestigiosi, agli scambi epistolari ma non solo con matematici di spicco come Giuseppe Luigi Lagrangia (sì, ho scelto la grafia italiana) e Carl Gauss, è che Sara Zucchini sia stata particolarmente fiera di raccontare, seppur in piccolo, questa storia.

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