In qualunque modo giro e rigiro il romanzo di
Jean Ray, punto di riferimento per molti scrittori belgi dell'orrore e del terrore,
La città della paura indicibile, Ingersham, è di fatto un giallo. O un
thriller. Vedete un po' voi come preferite. Questo non vuol dire che Ray non sia stato in grado di costruire una vicenda ricca di tensione e di situazioni apparentemente soprannaturali, ma alla fine il
detective protagonista del libro riesce a trovare una spiegazione per ciascuno degli eventi misteriosi, senza dover scomodare alcun fantasma. In un certo senso si potrebbe paragonare il romanzo a
Il mastino dei Baskerville, forse l'opera più squisitamente d'orrore almeno per ispirazione di tutto il
canone holmsiano. Se a questo ci aggiungiamo che è costruito non tanto come una vicenda unica, ma come racconti legati sì uno all'altro, ma in qualche modo anche leggibili separatamente uno dall'altro, otteniamo un
mix di paura e terrore da cui solo un
lovecraftiano di ferro come il sottoscritto può considerarsi immune.
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