Con mio grande stupore, Pierluigi Vellucci riesce a essere molto efficace nel raccontare il tema degli agenti intelligenti, che è in parte legato all'intelligenza artificiale, ma non solo. In realtà i modelli dietro gli agenti intelligenti sono sostanzialmente quelli che cercano di studiare la dinamica delle opinioni e come esse si diffondono e si modificano all'interno di un gruppo. Sono dinamiche piuttosto interessanti, al di là dell'efficacia dei modelli stessi, perché, per esempio, ben spiegano come mai all'interno di un gruppo alcune opinioni attecchiscono meglio di altre, o fanno comprendere meglio quanto sia difficile riuscire a convincere un gruppo di persone che un dato ragionamento è errato. O quanto sia difficile riuscire a uscire da un gruppo fortemente uniformato, come potrebbe essere una setta. O un social network.
In questo senso, oltre alla parte di matematica pura, che di fatto è sempre quella delle reti neurali (o del modello di Ising, che tanto è lo stesso), ho apprezzato anche la citazione musicale finale tratta dalla colonna sonora di Matrix.
Rispetto agli altri volumi, poi, gli esercizi risultano anch'essi particolarmente interessanti e di fatto la loro soluzione porta nuovi e ulteriori spunti di riflessione e approfondimento, anche senza aver provato a risolverli.
I giochi matematici, invece, sempre di Maurizio Codogno, sono una specie di giochi matrioska, o giochi che si sono travestiti, visto che di fatto per risolverli si deve provare a pensare agli stessi nei termini di giochi leggermente differenti.
La sezione biografica, invece, sempre a cura di Sara Zucchini, vede raccontata la figura del matematico russo Andrej Kolmogorov, che si è districato tra i labirintici corridoi della dittatura staliniana alternando lavori di matematica applicata ad altri di matematica pura, riuscendo anche a nascondere una probabile omosessualità, cosa che non gli avrebbe certo giovato non solo alla carriera, ma proprio alla salute.
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