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Ad ogni buon conto, come ricordato in quarta di copertina, l'ordine delle storie è quello deciso da Tezuka stesso nella ristampa giapponese del 1999. E, come ho anche constatato quando ho scritto gli articoli della serie dedicati ai volumi Panini, Tezuka ha anche modificato le storie pubblicate. Un esempio c'è quando si confronta La nascita di Atom uscita sul primo volume, con la versione uscita sul primo volume della J-Pop, che è più ampia e indubbiamente più coerente, poiché spiega come Atom sia finito sotto la tutela di Ochanomizu.
La maggior parte delle storie presenti a sommario in questo primo volume sono, comunque, già state ristampate sui cinque volumi della Panini, ma con un ordine differente e con una nuova traduzione: basti pensare al maestro di Atom che da Baffo diventa Baffone. Date queste premesse, delle storie di cui scriverò man mano che proseguirà la pubblicazione e lettura dei volumi, salterò quelle su cui ho scritto qualcosa, lasciandovi ilink a quelle recensioni specifiche.
E già subito vi rimando a un altro articolo, visto che subito dopo La nascita di Atom ecco arrivare una prima storia lunga, Le brigate Hot Dog, di cui ho scritto qui (era uscita sul 4.o volume Panini).
Gli uomini pianta, invece, uscita sul 3.o volume Panini, racconta di un alieno proveniente da un lontano pianeta che cerca di avvisare gli abitanti della Terra che sta arrivando un'armata proveniente dal suo pianeta per rubare tutta la nostra acqua e portarla gli abitanti di Alsoa 12. La storia, raccontata da Atom come un flashback ai suoi amici, è centrata su un aspetto particolare della robotica: l'armata di Alsoa 12, infatti, è costituita da robot che eseguono in maniera pedissequa le loro istruzioni originali, senza riuscire ad adattarsi alle condizioni esterne, come per esempio aver trovato la Terra abitata, oppure come l'informazione dell'esplosione di Alsoa 12. Problema, questo, che era già presente nei primi agenti intelligenti.
Sullo stesso volume di questa avventura era stata pubblicata anche Sua Altezza Deadcross, storia con cui Tezyka affronta il problema dell'ingresso dei robot nella politica, e quindi, in maniera più estensiva, quello dei diritti delle minoranze etniche, anche quando sono sufficientemente grandi da non essere più così minoritarie. Ne ho scritto in maniera più estensiva nell'articolo dedicato al terzo volume Panini.
La prima storia che non ho letto per nulla è, invece, Il terzo mago, con la quale Tezuka affronta sempre il tema dell'integrazione robotica (e per estensione umana) da un nuovo punto di vista, quello dello spettacolo. Protagonista, infatti, è un robot illusionista che viene preso di mira da un illusionista umano, invidioso del successo del sensazionale Kino. Ne nasce una storia intricata di illusioni, rapine e segreti svelati, in cui il finale, con la scelta di Kino di non voler essere più riattivato da nessuno, è in qualche modo significativa, nonostante sia semplificata dal fatto che il suo successore è una copia di se stesso.
Il volume si conclude con Il Pianeta Bianco, anche questa uscita sul terzo volume Panini, e anche questa una storia di sacrifici. Il protagonista della storia, però, Koichi, è caratterizzato come un personaggio di una arroganza fastidiosa, tenendo molto più da conto la sua automobile da competizione, dotata di una avanzatissima intelligenza artificiale, che non la sorella.
Per questo, nonostante tutto, il finale non mi è piaciuto quasi per nulla, visto che non sembra che Koichi abbia realmente imparato la lezione.
Appuntamento, ora, al secondo volume.
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