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giovedì 31 luglio 2025

La nascita di un nuovo sistema solare

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Un'immagine di HOPS-315 con il suo disco di formazione catturata da ALMA
Come scrivevo un po' di tempo fa nell'introduzione a un lungo post sul modello di Nizza, il primo modello sulla formazione del Sistema Solare, il modello di Kant-Laplace, suggeriva che il nostro sistema planetario si fosse formato a partire da una nube densa e massiccia di gas molecolare costituito soprattutto da idrogeno. E' all'interno di questa nube che sarebbe avvenuta la formazione dei pianeti con il più o meno lento addensarsi della materia. In particolare il modello supponeva che i pianeti giganti si siano formati su orbite circolari e coplanari. All'interno di questa descrizione, tutti i pianeti si sono sostanzialmente formati nella posizione attuale.
Ovviamente tutto ciò non siamo in grado di osservarlo, a meno di non riuscire a ricevere informazioni da altri sistemi solari in formazione. Cosa che effettivamente è avvenuta a metà mese. L'ESO, infatti, ha raccontato in un comunicato stampa che grazie alla combinazione di osservazioni provenienti da ALMA, Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, combinati con osservazioni provenienti dal James Webb Space Telescope, un team di astronomi è stato in grado di osservare i primissimi istanti di formazione planetaria intorno a una stella lontana lontana.
Stiamo parlando di HOPS-315 (che magari dopo questa scoperta potrebbe guadagnare un nome un po' più accattivante!) nella costellazione di Orione. Nel disco di polveri e gas intorno alla stella, i dati sembrano indicare che il monossido di silicio sta iniziando a solidificarsi, dando il via a un processo in cui si uniranno uno all'altro fino a formare pianeti rocciosi come la Terra o il nucleo di pianeti gassosi come Giove.
Studiare il sistema in formazione di HOPS-315, quindi, potrebbe permetterci di capire qualcosa di più su quegli stessi processi che hanno portato alla nascita del nostro Sistema Solare.

giovedì 22 luglio 2021

Satelliti in formazione

Quando mi è arrivata l'e-mail della notizia un paio di giorni fa, ho letteralmente fatto un balzo: l'osservazione del processo di formazione di un satellite intorno a un pianeta extrasolare.
La scoperta del team di astronomi guidato da Myriam Benisty dell'Università di Grenoble in Francia (pdf dell'articolo) riguarda un disco protoplanetario, della cui esistenza si avevano indizi già nel 2019, e che è stato osservato con grande precisione grazie all'interferometro ALMA (Atacama Large Millimeter Array), ovvero un sistema (o reticolo) di 66 piccoli radiotelescopi posti nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale. Nell'immagine diffusa dall'ESO è possibile vedere una "radiofotografia" del sistema intorno alla stella PDS 70 (che ancora è nota solo con la sua sigla), posta nella zona di celo coperta dalla costellazione del Centauro. Distante all'incirca 370 anni luce dalla Terra, ha una massa di 0.76 masse solari e intorno a essa sono stati scoperti due pianeti, PDS 70b con una massa all'incirca uguale a quella di Giove, e PDS 70c, con una massa di quasi 4 volte e mezza quella del nostro Giove. Ed è proprio PDS 70c il pianeta con il suo disco di materiale intorno a essere protagonista dello zoom presente nel "ritratto" scattato da ALMA.
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