Stomachion

giovedì 8 novembre 2018

Machine: Just a bit of Muse

Visto che mi sono divertito a preparare una storia per instagram con la recensione di questo recente singolo degli Imagine Dragons, e che soprattutto la storia ha una scadenza di 24 ore (non ho deciso di realizzare una raccolta con questa specifica storia particolare), mi è sembrato giusto pubblicare la recensione (leggermente riveduta e in alcune parti ampliata) come post anche qui, all'incirca 24 ore più tardi!
Iniziamo: all'incirca una settimana fa, sul canale Vevo degli Imagine Dragons, è stato reso disponibile per l'ascolto Machine, personalmente uno dei loro singoli che attendevo di più dopo aver ascoltato un assaggio di Origins.
Come intuibile dal titolo, la mia recensione sintetica è: "Just a bit of Muse".
Qualcuno potrebbe prenderlo come un commento negativo, ma amando i Muse, per me è invece un elemento in più di valore alla canzone: sia musicalmente (in particolare nel passaggio del ritornello), sia per il testo Machine sembra richiamarsi proprio alla band inglese. Questi elementi risultano però ben bilanciati con lo stile degli Imagine Dragons e con la voce molto più "graffiante" di Dan Reynolds. In particolare la parte ritmica, che ritengo sin da I bet my life molto "africana" (definizione sintetica e poco tecnica!), mi sembra restare sostanzialmente quella tipica degli Imagine Dragons, che in questo modo mostrano di essere in grado di rinnovarsi senza perdere troppo se stessi.
D'altra parte, come ricorda Friedemann Findeisen
In commercial music structure is everything
Non ho nessuna intenzione di inoltrarmi in discorsi su strutture e quant'altro, non ne avrei le competenze, a parte quella di ascoltare musica da tempo immemore, per cui non mi resta che lasciarvi all'ascolto di Machine:

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