Stomachion

sabato 10 novembre 2018

Focus Live: day #3 - Martina Tremenda

cc @stefacrono @Pillsofscience @Scientificast @Popinga1 @mediainaf @Museoscienza @MathisintheAir
Mentre mi lascio avvolgere dal power (in alcuni punti quasi symphonic) metal dei Blind Guardian, provo a raccogliere le idee per scrivere due righe sullo spettacolo Martina Tremenda nello spazio, che è arrivato al Focus Live con ben tre repliche in un giorno solo. Di queste ho assistito alla prima del pomeriggio, quella delle 16, che è stata la mia prima vera pausa di giornata dopo l'apertura delle porte del Museo.
L'allestimento è abbastanza minimale: uno schermo su cui vengono proiettati gli sfondi e un baule con il quale Martina, interpretata anche in questa occasione da Alessia Bedini, gioca per tutto lo spettacolo. Prima è il letto dove la bambina esploratrice sembra dormire, quindi diventa la navicella spaziale che utilizza per esplorare l'universo. A un fumetto-maniaco come il sottoscritto non sfugge l'idea di fondo di tutto lo spettacolo, una storia che richiama i viaggi del Little Nemo di Winsor McCay, che nelle sue storie spediva il suo piccolo personaggio a volte insieme con il letto in ambientazioni sognanti e improbabili.
Allo stesso modo Martina, indossata la tuta dell'esploratrice spaziale, su cui oltre al logo dell'INAF campeggia anche quello realizzato da Laura Barbalini per il sito dedicato al personaggio, inizia a viaggiare nell'universo guidata da Eugenio, l'intelligenza artificiale della sua navicella spaziale. Quest'ultimo, interpretato da Roberto Piumini, viene reso come immagine virtuale proiettata nelle immagini che compaiono sullo schermo alle spalle dell'attrice, che in alcuni momenti riesce a coinvolgere i bambini in alcune piccole azioni possibili anche grazie alla location della rappresentazione, la Sala delle Colonne del Museo della Scienza privo di sedie: gli spettatori, non solo i più piccoli ma anche gli adulti che li accompagnano, sono invitati poco prima dello spettacolo da Stefano Sandrelli a sedersi per terra intorno alla stanza di Martina.

Alessia Bedini interpreta Martina Tremenda al Museo della Scienza di Milano. Foto di Laura Barbalini
Questo rende il contatto con il personaggio più stretto e, in questo senso, si può considerare l'efficacia di buona parte del testo redatto (unica pecca la parte centrale, che concentra troppe informazioni nozionistiche facendo così perdere il senso della storia) persa dai tempi abbastanza stretti della rappresentazione. L'attrice, in realtà bravissima a tenere la scena e rendere fanciullesca la sua interpretazione, non si prende mai l'attimo per spingere i bambini a interagire veramente con lei e in alcuni momenti sono proprio gli stimoli degli adulti dal pubblico a generare la reazione dei piccoli. I tempi dello spettacolo, infatti, sembrano prevedere un'interazione rapida se non nulla con il pubblico esclusa la scena del primo volo spaziale di Martina dalla sua cameretta verso lo spazio. Forse per le prossime uscite del personaggio si dovrebbe considerare la possibilità di un testo un po' più aperto all'improvvisazione del momento e dunque più coinvolgente, visto che alcuni bambini durante lo spettacolo sono stati piuttosto irrequieti, o anche semplicemente l'attrice dovrebbe prendersi un po' più di tempo per attendere o provare a coinvolgere gli spettatori.

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