Con la seconda, intensiva, giornata, abbiamo "costretto" gli insegnanti a un piccolo tour de force per imparare i comandi necessari a spostare il razzo in volo sia in atmosfera sia in orbita, capire come realizzare un razzo in grado di raggiungere e superare il limite dello spazio (nel gioco circa 70 km), come mettere il razzo in orbita e non semplicemente nello spazio. Inoltre, con un razzo costruito dal sottoscritto in modalità sandbox, come gestire la navbar avanzata per programmare le manovre e provare ad approcciare Mun, il primo dei due satwelliti di Kerbin. Nel tentativo che ho fatto, purtroppo ho raggiunto Mun, ma non nel modo corretto e così è arrivata la fionda gravitazionale. Avrei potuto evitarla semplicemente se non avessi messo la velocità di scorrimento del tempo troppo veloce e quindi prendendomi il tempo per programmare le manovre per mettermi in orbita intorno a Mun.
Al di là dei contenuti della ghiornata di oggi, che è stata arricchita anche dalla visita al museo astronomico sotto la guida di Mauro Gargano, ho notato una maggiore dimestichezza globale degli "studenti" e, in particolare in alcuni, una maggiore intraprendenza nel provare razzi e missioni indipendenti da quelle che provavo a realizzare sul mio portatile.
Certo, tra risate e lazzi vari, ci sono stati astronauti persi nello spazio (come i miei) o disintegrati insieme al pod a causa della mancata o ritardata apertura del paracadute, ma in fondo questi sono inconvenienti abbastanza usuali per videogiocatori non molto esperti o distratti, ma nel complesso mi è sembrato che il videogioco inizi a coinvolgere gli insegnanti convenuti all'Osservatorio di Capodimonte, e questo, insieme ai progressi compiuti, mi sembra già un buon risultato.
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