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Eustis è un vagabondo e un gran bevitore, senza però arrivare mai a ubriacarsi, e, raccontando sempre la storia giusta per ciascuno dei suoi ascoltatori, ha un discreto successo, riuscendo a sopravvivere giorno dopo giorno senza aver bisogno di alcunché. C'è solo una cosa che gli manca: tornare nella corte del dio Dioniso. Eustis, infatti, è un satiro che, dopo essersi perso, a causa di un'offesa arrecata ad Artemide, perde gli attributi divini, ma non la sua immortalità.
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Il dio vagabondo è indubbiamente una gioia per gli occhi, ma anche dal punto di vista narrativo è un'opera ben costruita che scorre veloce fino alla fine spingendo il lettore a leggerla con gli occhi, la mente e il cuore, continuando a girare la pagina minuto dopo minuto. E' inevitabile non pensare, ad esempio, ad American gods o I figli di Anansi di Neil Gaiman con la sua reinterpretazione di molte delle divinità mondiali e in un certo senso lo stesso Eustis sembra uscire proprio da uno di questi romanzi.
Un bel fumetto in una edizione di grande formato che esalta i disegni e i colori di Dori. Per contro non mi piace molto il fatto che la Oblomov abbia deciso di non stampare sull'edizione, non solo di questo ma praticamente di tutti i suoi volumi, le informazioni sulla trama, che vanno così recuperate direttamente sul sito dell'editore. E' una scelta che sembra dire al lettore: il fumetto è una lettura d'elite, e se così è, meglio lasciare i libri sugli scaffali e leggerli direttamente in libreria (come, peraltro, ho fatto con questo volume).
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