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Rispetto alla vicenda originaria ci sono, però, anche altre grandi variazioni, innanzitutto nell'identità dell'avversario di Dracula, non più il professor Abraham Van Helsing, ma la suora Agatha Van Helsing, che poi nel nostro tempo lascia il posto alla sua discendente Zoe Van Helsing, entrambe interpretate da Dolly Wells, anch'essa in grado di fornire un'ottima interpretazione per entrambi i personaggi. Nell'edizione italiana, poi, ottimo anche il doppiaggio di Alessio Cigliano e soprattutto di Benedetta Degli Innocenti per via della doppia caratterizzazione delle due Van Helsing.
Come intuibile da quanto scritto prima, Dracula non viene sconfitto nel passato, ma sopravvive dopo il naufragio della Demeter, per riemergere dalle acque non nel suo tempo, ma nel nostro. Non c'è nulla di fantascientifico, per capire come accade ciò basta vedere la serie, sebbene la terza puntata abbia sicuramente alcuni aspetti fantascientifici e financo distopici.
Ad ogni buon conto questo terzo e ultimo episodio, per certi versi shakespeariano (mi ha ricordato, per approccio, il Romeo + Giulietta del 1996 di Baz Luhrmann), si è rivelato la perfetta conclusione di una serie intensa nella narrazione, moderna nella tecnica e nell'approccio realistico, ma anche con un occhio ai classici del cinema, sia quelli interpretati dal già citato Lee, sia il capolavoro del 1992 di Francis Ford Coppola.
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