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sabato 1 gennaio 2022

Topolino #3449: Capodanno intorno al mondo

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Nonostante la copertina di Francesco D'Ippolito non sia riferita all'inizio dell'anno (cosa, per certi versi, comprensibile), la recensione del #3449, l'ultimo numero di Topolino del 2021 inizia con Il triplo capodanno, storia di Giuseppe Zironi all'interno della serie Topolino giramondo.
Nella storia Topolino, sfruttando il suo lavoro da reporter girovago si ritrova a festeggiare ben tre capodanni, l'ultimo dei quali insieme con Minni. L'impresa diventa possibile grazie ai fusi orari, come ben spiegato da Zironi per bocca di Topolino:
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La necessità di introdurre i fusi orari arrivò con la diffusione delle ferrovie. Fino all'Ottocento, infatti, l'ora era locale, nel senso che ogni città adottava una scansione oraria legata al mezzogiorno locale. Non c'era una grande necessità di modificare tale consuetudine: gli spostamenti, a piedi o a cavallo o in carrozza, erano sufficientemente lunghi da rendere ininfluente la differenza di ora tra un luogo e l'altro. L'arrivo del treno ridusse i tempi di spostamento in maniera significativa, rendendo quindi necessaria l'introduzione di un orario coordinato tra le varie località.
I primi fusi orari vennero introdotti nel 1858 da Quirico Filopanti, pseudonimo dell'astronomo italiano Giuseppe Barilli, e nel 1879 da Sandford Fleming, ingegnere capo delle ferrovie canadesi.
L'introduzione ufficiale dei fusi orari venne discussa a Washington nell'ottobre del 1884 nel corso della Conferenza internazionale dei meridiani. Alla fine si stabilì la loro introduzione ufficiale a partire dall'1 novembre di quello stesso anno. Come meridiano zero si decise di assumere quello che attraversava Greenwich. Il meridiano dell'Italia, invece, venne stabilito essere quello passante per Termoli-Etna.
Ai fusi orari venne affiancata anche la linea di cambiamento di data, necessaria per ovviare a un problema di cui si resero conto per primi i sopravvissuti alla circumnavigazione del globo della spedizione di Ferdinando Magellano. In quell'occasione Antonio Pigafetta annotò sul suo diario di viaggio tutti i giorni trascorsi dall'inizio del viaggio fino alla sua fine, scoprendo all'arrivo che avevano perso un giorno: erano infatti ritornati in patria il 10 luglio del 1522, ma secondo il diario di bordo sarebbe dovuto essere il 9 luglio. Per ovviare a questi inconvenienti, venne definita anche la linea di cambiamento di data, posta intorno al 180° meridiano (è, in effetti, una linea piuttosto frastagliata che segue la geografia e la politica della zona che attraversa).
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Oltre alla storia di capodanno, scritta da Zironi con un ritmo decisamente incalzante, la scienza è protagonista anche nella storia di chiusura del volume, Il web 2 punto e basta che vede ancora una volta Casty ai disegni in questa occasione su una sceneggiatura di Alessandro Sisti. Nella storia Sisti, come già era stato il primo autore a riprendere Duckan, è anche il primo a riprendere Mr. Vertigo, il criminale ideato da Marco Nucci, con un soggetto che ricorda anche Il bianco e il nero. Lo sceneggiatore, poi, grazie all'esperienza acquisita in storie di genere scientifico, riesce a raccontare in maniera efficace il web, citando i due ricercatori del CERN che idearono i primi protocolli e misero online il primo sito internet in assoluto, Tim Berners-Lee e Robert Cailliau. Non mi dilungo oltre nelle spiegazioni rimandandovi all'articolo di approfondimento sui 25 anni della rete dove ho citato anche il terzo del gruppo.
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E arriviamo, finalmente, alla cover story, primo capitolo delle Cronache degli Antichi Regni, una nuova saga fantasy scritta anche questa da Sisti per i disegni del già citato copertinista, D'Ippolito. E già la prima cosa da dire è che... non c'è confronto con Ducktopia. La saga di Sisti da decisamente una pista a quella di Artibani e Troisi, peraltro sempre disegnata da D'Ippolito.
La storia è molto diversa rispetto a Ducktopia e, a onor del vero, è molto più vicina allo steampunk che non al fantasy classico, visto che è presente anche tecnologia nella storia, come delle navi che navigano sull'acqua o dei sistemi di comunicazione a distanza. Nella sua essenza, comunque, la storia racconta di due regni, quello dei paperi, Vastiplano, e quello dei topi, Flamoch. Il primo è retto da re Paperhon, mentre il secondo è guidato dalla prima custode Topolinde. Loro luogotenenti sono i rispettivi nipoti Pau-Lin detto il Paperhin e Topol, il lord protettore di Flamoch. Vengono raccontati in un momento di tensione in cui i guai e i problemi che provengono dal vasto deserto che li divide sono scaricati uno sull'altro in una situazione di tensione crescente che sembra il preludio a un conflitto. Il tutto viene poi complicato dall'esistenza di intraducibili carte provenienti dai così detti Antichi Regni che probabilmente costituiranno il mistero principale della saga insieme con i venti di guerra che aleggiano già in questo primo episodio.
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Nel complesso è costruito molto bene, con i personaggi che sono già ben approfonditi, come per esempio un ottimo Paperino, certo maldestro ma comunque determinato come lo si vede poche volte nelle storie presenti su Topolino, peraltro con una visione del mondo più aperta rispetto a quella di Paperone.
Per i disegni, invece, ottima come sempre la prova di D'Ippolito, che ha ancora una volta l'occasione di disegnare mostri e creature fantastiche che, insieme all'immancabile mappa, descrivono perfettamente l'ambiente in cui si svolge la vicenda. Belli, poi, i vestiti di gusto ottocentesco che il disegnatore fa indossare ai personaggi. Infine segnalo la vignetta vangoghiana alla fine della terza pagina della storia, che può essere comunque comsiderata farina del sacco di D'Ippolito anche per i disegni, visto che il disegnatore è anche supervisore dei colori.

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