Stomachion

domenica 9 gennaio 2022

Topolino #3450: In viaggio con Thor Heyerdahl

topolino3450-estratto-cover
Sergio Cabella ci ha preso gusto a raccontare le grandi imprese degli esploratori moderni, e così dopo Ernest Shackleton e la spedizione al Polo ecco la volta del norvegese Thor Heyerdahl, esploratore ed etnografo, fautore della così detta antropologia "sperimentale".
La caratteristica delle sue spedizioni era infatti quella di realizzarle con strumenti dell'antichità, tipici dei popoli di un tempo, per poter dimostrare il legame tra genti anche molto distanti. Ed è proprio una di queste spedizioni che Cabella vuole celebrare: la spedizione del Kon-Tiki, partita il 28 aprile del 1947 da Callao in Perù, direzione Polinesia.
La barca che usò Heyerdhal, con un equipaggio composto da altri cinque uomini e un pappagallo, era in pratica una zattera in legno di balsa lunga 20 metri e costruita con tecniche rudimentali, in tutto simile alle zattere descritte dal conquistadores spagnoli. L'idea era quella di dimostrare che le popolazioni sudamericane avrebbero potuto tranquillamente colonizzare la Polinesia. Non a caso il nome della zattera è ispirato al dio sole degli Incas, Kon-Tiki Viracocha.
topolino3450-pippon-tiki
La spedizione di Heyerdahl, tra l'altro la sua seconda spedizione (la prima era il viaggio di nozze con la sua prima moglie, Liv Coucheron-Torp!), era costituita dall'amico d'infanzia, Erik Hesselberg, un artista, interpretato nella finzione scenica disneyana da Gancio il dritto, ovvero Ganciolf, sempre un artista; l'ingegnere Herman Watzinger, interpretato da Topolino, o meglio Topòlen sempre un ingegnere; e infine Kunt Haugland e Trstein Raaby, esperti in trasmissioni radio e fusi in un unico personaggio, Ozaziòlef, ovvero il tuttofare Orazio. Resta solo Heyerdahl, e solo uno dei personaggi più sognanti del mondo disneyano avrebbe potuto interpretarlo, Pippo, ovvero Thor Pipperdahl (certo se consideriamo che Indiana Pipps è un pippide, forse la scelta è ancora più motivata!).
Ci si potrebbe chiedere a cosa servisse uno strumento moderno come la radio in una spedizione che doveva ripercorrere la rotta tra sudamerica e Polinesia con i mezzi disponibili ai tempi degli Incas: semplicemente per comunicare periodicamente la posizione della Kon-Tiki. Non era l'unico strumento moderno che i cinque si portavano dietro: oltre la radio avevano a disposizione un sestante, necessario per misurare la posizione da comunicare, una macchina fotografica, un canotto, un orologio, una telecamera e soprattutto una canna da pesca. Ovviamente dotati di una buona scorta di frutta, cioccolato, noci di cocco e acqua, e con tutto l'entusiasmo possibile per un gruppo di persone che non erano per nulla marinai esperti, i sei partirono alla volta della Polinesia, in balia delle correnti e del vento, guidati dalla cinvinzione di Heyerdahl che sarebbero bastati questi soli elementi per giungere alla meta.
topolino3450-squalo
Tutto questo viene molto ben raccontato da Cabella, che trova in Ivan Bigarella un'ottima spalla. Laddove Mottura era riuscito a catturare lo spirito epico del viaggio di Shackleton, quello pulito di Bigarella è perfetto per un viaggio quasi dilettantesco come quello della Kon-Tiki. Inoltre molte delle scene ideate da Cabella hanno un gusto da corto animato per cui il tratto più da illustrazione di Mottura sarebbe risultato forse eccessivamente drammatico, mentre Bigarella riesce a bilanciare dramma, avventura e commedia. Vedi come esempio la scena in cui uno squalo si lancia fuori dall'acqua per addentare il pappagallo di Ganciof: abbiamo il panico dell'equipaggio a bordo della zattera, il dinamismo dello squalo che chiude i denti a vuoto, il panico, ma anche un po' la comicità dovuta al tratto rotondo per quanto realistico del pappagallo che sfugge alla folta dentatura del pescecane. Inoltre, dettaglio non indifferente, gli occhi dello squalo non sono grandi e sono, anzi, chiusi nell'atto di stringere i denti.
Seguendo il sole è, dunque, un ottimo primo episodio per Il viaggio del Pippon-Tiki, storia di una fantastica avventura per uno dei più noti esploratori del XX secolo.
Un regno di pippidi
topolino3450-pippidi
Ciò che era in parte intuibile nel primo episodio (c'erano un paio di indizi, in effetti) diventa manifesto: il mondo di Cronache degli Antichi Regni è costituito non da tre regni, bensì quattro. E questo è il regno dei pippidi: probabilmente il nome non sarà quello, ma come mostrato nell'apertura del secondo episodio, è proprio di pippidi che stiamo parlando. E trovo anche ironico il fatto che l'episodio, Il centro del mondo, prenda il nome dal talismano di Ondalya, considerato fondamentale per quel regno d'acqua, ma la sensazione lasciata dalla scena d'apertura è che il centro del mondo degli Antichi Regni sia da tutt'altra parte. Inoltre direi che è anche abbastanza chiara quale sia l'origine degli sconvolgimenti che stanno colpendo i regni di Paperhon e Topolinde.
La situazione tra questi due, però, diventa sempre più tesa, mentre a complicare la faccenda entra anche Ondalya, retta da Reginella Aquamarina (non ho bisogno di dire chi la interpreta!), innamorata (e in qualche modo ricambiata) di Paperhin.
La trama, come si suol dire, si infittisce, ma la direzione presa da Alessandro Sisti sembra abbastanza chiara: l'unione dei quattro amuleti degli Antichi Regni in un unico posto. Se ciò si rivelerà un bene o un male, solo le prossime puntate potranno dircelo. Per ora non posso che rilevare come questa nuova saga fantasy, sempre disegnata dall'ottimo Francesco D'Ippolito, mantiene l'ottimo livello mostrato con il numero della scorsa settimana.
topolino3450-identikit-gambadilegno
I pippidi continuano a restare protagonisti anche nella storia di chiusura del numero, ovvero Un eroe... un po' per caso, episodio di Topolino: Le origini che ci racconta di come Basettoni con l'aiuto (non richiesto) di Topolino riesce a liberare Pippo e arrestare Gambadilegno, alle prese con il suo primo grande piano di attacco a Topolinia. I punti forti della storia di Danilo Deninotti, disegnata da Ottavio Panaro, sono il soggetto in se e la capacità di sfruttare le citazioni de La collana Chirikawa senza anticiparne l'elemento fondamentale della trama: Topolino non ricorda il suo primo, vero incontro/scontro con Gambadilegno. D'altra parte lo stesso piano di Gamba è molto simile a quello letto nel capolavoro scarpiano. Se poi prendiamo i due episodi nel loro complesso (operazione certo complicata dalla distanza temporale con cui sono stati pubblicati), sono anche un ottimo punto con cui Deninotti ha tirato le fila della serie da quando ha avuto una svolta sia nei soggetti sia nello stile narrativo grazie all'introduzione di riferimenti più stringenti tra i vari episodi, pur mantenendo la loro natura autoconclusiva (a parte questi ultimi due, of course!).

Nessun commento:

Posta un commento