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domenica 30 gennaio 2022

Topolino #3453: Il mistero di Nazca

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Le così dette linee di Nazca sono delle linee tracciate sul deserto dell'altopiano di Nazca. Si contano oltre 13000 linee che costituiscono 800 disegni di figure di animali presenti nella regione. Una delle figure più note è quella del ragno, lunga circa 45 metri. E proprio questa figura è il punto iniziale della prima delle due avventure temporali che in passato sono state dedicate alle linee di Nazca, I disegni di Nazca di Angelo Palmas e Giampiero Ubezio.
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In questo caso Zapotec e Marlin mandano Topolino e Pippo per capire le origini proprio del ragno di Nazca. Palmas, quindi, si concentra su uno delle centinaia di disegni e fornisce una duplice spiegazione sul suo significato e sulla sua origine. Secondo la storia disneyana, il grande ragno di Nazca è stato realizzato da Topolino e Pippo sotto la guida del figlio del re del popolo Nazca a bordo di una rudimentale mongolfiera usando una pozione corrosiva ideata dallo stregone di corte. E il suo sigjnificato è che, semplicemente, il bambino era un incontinente appassionato di disegno.
Altrettanto semplice e spiazzante è, invece, la spiegazione fornita da Nino Russo ne Il mistero dei disegni di Nazca, storia disegnata da Carlo Limido. Anche in questo caso l'investigazione è realizzata grazie alla macchina del tempo, e anche in questa occasione Topolino e Pippo giocano un ruolo ispiratore. I Nazca, infatti, sono descritti come un popolo annoiato e alla ricerca di continue novità. I due viaggiatori nel tempo propongono vari sport e giochi, ma alla fine ciò che conquista i Nazca è il gioco delle biglie. E gli 800 e più disegni nel deserto di Nazca altro non sono che altrettante piste da biglie!
Ciò che, però, rende interessante in particolare questa seconda storia è il prologo scientifico al viaggio nel tempo vero e proprio. Durante la conferenza del dottor Longbeard ci si chiede quale sia il significato dei disegni, e tra il conferenziere e Zapotec, presente tra il pubblico e che inevitabilmente battibecca con il collega, vengono riassunte da Russo alcune delle principali motivazioni dietri i disegni, come figure rituali o segni astronomici.
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Viene anche buttata lì di passaggio l'idea che siano state tracciate dagli alieni. E in qualche modo è proprio questa l'idea alla base de Il X klum, nuova storia della serie de Le Tops stories, che ha visto il ritorno di Giorgio Pezzin su Topolino. Ad affiancare l'esperto sceneggiatore, peraltro già co-creatore della serie della macchina del tempo, troviamo ancora una volta Davide Cesarello, che proprio nel disegnare le storie tratte dai diari di sir Top de Tops sta fornendo delle prove di grande qualità sia nella gestione dei personaggi, sia nella realizzazione delle ambientazioni.
L'idea che i disegni di Nazca siano in qualche modo legati agli alieni la possiamo considerare come una reinterpretazione in termini fantascientifici della teoria del ritorno del dio Viracocha sviluppata indipendentemente dallo zoologo Tony Morrison e dalla storica peruviana Maria Rostworowski de Diez Canseco. I due studiosi, però, divergono un po' nei dettagli. Secondo Morrison erano segnali per il dio per indicargli dove tornare. Secondo la Rostworowski, invece, ogni disegno rappresentava il simbolo di un diverso clan e quindi erano segni di identificazione per il dio. Pezzin, in qualche modo, sposa l'idea di Morrison, visto che a un certo punto Top de Tops usa i disegni di Nazca come una specie di piste d'atterraggio.
Tra l'altro il tema degli alieni, che era già stato usato in un altro diario, La rivincita degli Highlander, viene trattato dallo sceneggiatore in termini positivi rispetto alla storia citata poco fa, mentre gli avversari di de Tops e compagni sono rappresentati da una banda organizzata di criminali interessati al potere che potrebbero acquisire grazie al contatto con gli extraterrestri. In questo senso risulta un po' deludente per un vecchio lettore della serie la scelta di puntare su una banda più o meno anonima, per quanto organizzata, visto che personalmente mi aspettavo un qualche riferimento a Lo scudo di Thor. Piacevole, invece, la piacevole soropresa di avere tra i comprimari una scienziata.
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Ciò su cui lo sceneggiatore si mantiene fedele ai dati a disposizione oggi degli scienziati è su come queste linee sono state tracciate: rimuovendo le pietre superficiali, contententi ossido di ferro, e creando così un contrasto cromatico con il pietrisco sottostante. Tra l'altro questo permetteva di vedere i disegni già dalle alture circostanti. Più complessa una precisa datazione dei disegni stessi: il metodo del carbonio 14 non è sufficientemente preciso, per cui, basandosi sui dati puramente archeologici, la datazione più accreditata è tra il 300 a.C. e il 500 d.C.
Altro problema dibattuto è dovuto alle grandi dimensioni dei disegni, che risultano molto ben proporzionati, mentre le deviazioni tra le linee parallele risultano pochissime. Questo suggerisce una grande conoscenza geometrica da parte dei Nazca, che molto probabilmente partirono da disegni in scala ridotta che poi vennero ingranditi grazie a un reticolato di corde. Questa tesi è avvalorata dai ritrovamenti archeologici di Markus Reindel e Johnny Isla, secondo cui i disegni stessi sono legati a un qualche culto dell'acqua.
Il valore dell'amicizia
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E questa settimana è andata un po' così, con una lunga porzione della recensione di Topolino #3453 dedicata alla nuova storia delle Tops stories. Nel resto del sommario a spiccare è soprattutto Come ai vecchi tempi di Vito Stabile e Marco e Stefano Rota. La storia costringe Paperone a pensare a chi sia il suo migliore amico. La risposta a questa domanda non può che stupire non solo lo stesso Paperone, ma anche il lettore, nonostante sia letteralmente sotto gli occhi di tutti.
Completano il sommario la divertente La superveloce Ducklink di >Pier Giuseppe Giunta e Francesco Guerrini, dove Filo e Brigitta si buttano nel business della consegna veloce dei dati digitali in un modo un po' inconsueto; e La rapina ippica, una vera e propria commedia criminale realizzata da Francesco Vacca e Graziano Barbaro. Nel complesso una chiusura con due storie dinamiche e divertenti.

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