Partita il 10 agosto del 1519 da Siviglia, la spedizione ritornò in Spagna il 6 settembre del 1522 al porto di Sanlúcar de Barrameda, per poi giungere nuovamente a Siviglia due giorni dopo. A rientrare dopo questo viaggio lungo 3 anni fu una sola nave, la Victoria comandata da Juan Sebastián Elcano e con appena 18 marinari sopravvissuti, tra cui il cronista dell'impresa, il vicentino Antonio Pigafetta. All'appello mancava anche Ferdinando Magellano, morto il 27 aprile del 1521 a Mactan nel corso di una vera e propria azione di guerra: l'esploratore era infatti intenzionato a convertire con la forza gli abitanti di quell'isola del Pacifico. Ovviamente un evento di questo genere non si addice alla versione disneyana di Magellano, non solo per il problema del dover affrontare il concetto della morte, ma anche per il comportamento poco etico, sebbene in linea con i tempi. Così Zemelo decide di mostrare solo le scene di pace e fraternità che si erano create all'arrivo di Magellano nelle Filippine e, soprattutto, Paperon Magellano decide di sua sponte di rimanere tra le isole di quell'arcipelago, per inseguire un nuovo sogno di esplorazione.
La reinterpretazione poetica della scomparsa di Magellano, però, è solo uno degli aspetti della storia di Zemelo: la traversata del Pacifico, d'altra parte, non può realmente iniziare senza una scena d'azione, con l'ennesimo ammutinamento di de Bassottos, finito anche questo in un nulla di fatto. Poi la lunga e difficile traversata, l'arrivo dopo mesi sulla terra ferma, e quindi il ritorno in Spagna, celebrati come eroi e ricevuti dallo stesso re di Spagna.
La storia si conclude con una filastrocca di gusto marinaro, presumibilmente scritta dallo stesso Paperin Pigafetta, e accompagnata dalle solite evocative illustrazioni di Mottura. Alla fine, pur con tutte le licenze poetiche, la storia è riuscita a superare le perplessità iniziali, risultando alla fine quello che a suo tempo fu Topolino presenta: Cristoforo Colombo di Guido Martina e Giovan Battista Carpi.
Ultima curiosità: la linea di cambiamento di data. Nemmeno Don Rosa è riuscito a spiegare bene il suo funzionamento, eppure a Zemelo, tramite Barboso, è bastata mezza paginetta, una noce e un fiammifero.
Effetto nostalgia
Nel resto del sommario spiccano soprattutto la conclusione de La numero Uno del numero due di Roberto Gagnor, Marco Ponti e un sorprendente Donald Soffritti, e il nuovo episodio di Area 15. Partiamo con la nuova sfida di Amelia. E' indubbiamente il tentativo che va più vicino al successo. Si conclude, infatti, a un passo dalla fusione della Numero Uno di Paperone, ma tutto rischia di essere vano perché l'incantesimo sfugge da ogni controllo e solo il possessore dell'altra Numero Uno può intervenire.
La storia, dunque, prosegue l'opera di rilettura del personaggio di Rockerduck iniziata tempo addietro da Vito Stabile e recentemente proseguita da Marco Nucci. In pratica è proprio l'eterno secondo disneyano il vero protagonista della storia, e, come giusto che sia, nessuno alla fine esce realmente con le ossa rotte, ma tutti e tre i coprotagonisti non possono che trovare nuovi motivi per proseguire con rinnovato vigore nelle proprie attività.Due considerazioni finali su Soffritti: ottima la recitazione dei personaggi. Sembra, infatti, di leggere un vero e proprio cartone animato i cui fotogrammi, semplicemente, sono stati selezionati e fermati sulla pagina. E poi disegna i nipotini con l'aspetto usato dentro Area 15, serie peraltro ideata proprio da Gagnor. La cosa è per certi versi apprezzabile, mostrando lo sforzo di voler dare una visione unitaria delle storie presentate. Tra l'altro la nuova storia della serie apre proprio il numero di questa settimana.
Vent'anni dopo, del già citato Nucci con il carpiano Libero Ermetti, è una storia dal gusto nostalgico sull'adolescenza e l'infanzia viste dall'occhio degli adulti presenti (Paperino, Paperoga, Archimede, ecc.), ma anche sulla paura di ciò che si potrebbe perdere crescendo vista dall'ottica in particolare di Qui. La storia, al di là dei contenuti specifici o delle abilità narrative di Nucci ed Ermetti, dimostra ancora una volta la sua capacità di riuscire a intrecciare e descrivere un dialogo costruttivo tra generazioni. Di fatto Area 15 è un vero e proprio viaggio di scoperta su come eravamo, come siamo, come potremmo essere, senza dimenticare però nessuna fase del processo di crescita.
Il numero si conclude con un nuovo episodio di Young Donald Duck, una storia surreale come poche in cui Paperino cerca di dare Una fidanzata per Pippo. E' oggettivamente una baggianata assoluta, completamente infantile e fuori da qualunque target adolescenziale, però è divertente e scritta con un buon ritmo da Alessandro Ferrari e si avvale dei sempre ottimi disegni di Francesco D'Ippolito. Quindi alla fine ci può stare come conclusione di un numero decisamene di buona qualità.
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