Innanzitutto l'ambientazione temporale: l'Ottocento. Poi la presenza di personaggi storici che interagiscono con altri fittizi e/o con altri personaggi storici con cui, invece, non hanno mai realmente interagito (o con cui non hanno interagito nei termini raccontati nella storia). Forse, a mancare, è solo l'esplicito riferimento a uno sviluppo tecnologico basato sul vapore, che però è in parte presente in Vittoria, la storia d'apertura.
In questo caso il protagonista, uno geniale scenziato che si interessa agli argomenti più disparati, è stato vicino con un secolo di anticipo a portare al mondo l'energia nucleare, e solo una banale distrazione gli ha impedito di perseguire le sue ricerche. Questo evento da solo da, effettivamente, la sensazione di essere in piena ambientazione steampunk.
Il resto dei racconti o romanzi brevi, Ottentotti e Walt ed Emily, sono più o meno esplicitamente ambientati nello stesso mondo di Vittoria, e dunque, pur non presentando riferimenti più espliciti, possono essere fatti ricadere nello stesso genere.
Di queste tre storie, ad ogni modo, colpiscono soprattutto le figure femminili: forti, determinate e consce della loro femminilità, si comportano come se si ritenessero, e giustamente, alla pari degli uomini. Con questi ultimi che, obiettivamente, non ci fanno proprio una gran figura. Questo confronto, poi, viene ulteriormente enfatizzato dallo stile ironico adottato da Di Filippo, cui però risulta un po' lungo riuscire ad adattarsi.
Una volta preso il ritmo, però, la narrazione scorre piacevole e interessante, saltando anche tra generi diversi, con Ottentotti che presenta un sentito omaggio a Lovecraft, mentre Walt ed Emily descrive la fantomatica relazione tra due grandi poeti, Walt Whitman ed Emily Dickinson. Amandoli entrambi, potete immaginare quanto abbia apprezzato quest'ultimo romanzo breve (un po' meno il secondo, vista la fine riservata a HP).
Nessun commento:
Posta un commento