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mercoledì 23 novembre 2011

Carnevale della Chimica #11

Il 2011 è stato eletto Anno Internazionale della Chimica, e in questo stesso anno grazie a Chimicare i blogger scientifici italiani hanno animato un nuovo carnevale scientifico, il Carnevale della Chimica. E questa che state per leggere è la sua 11.ma edizione, e quindi è anche giusto andare a vedere chi è l'11.mo atomo della tavola periodica, il sodio.
La sua posizione sulla tavola è dovuta al criterio di ordinamento della usuale tavola periodica: gli atomi, infatti, vengono classificati essenzialmente grazie al numero atomico, che identifica la quantità di protoni e quindi di elettroni presenti in un dato atomo. E' un metallo alcalino che non si trova libero in natura: a contatto con l'acqua, infatti, la riduce liberando idrogeno e formando idrossido. Non essendo chimico, non proseguo con la descrizione del sodio, ma ricordo semplicemente che è presente all'interno del cloruro di sodio, NaCl, ovvero il comune sale da cucina, che può essere prodotto ad esempio facendo evaporare l'acqua di mare. A sua volta si può estrarre dal sale così ricavato il sodio, tornando così al nostro punto di partenza.
D'altra parte l'11.mo premio Nobel per la Chimica, assegnato giusto 100 anni fa, è andato alla fisica e chimica Marie Curie, protagonista dell'Anno Internazionale della Chimica
The year 2011 will coincide with the 100th anniversary of the Nobel Prize awarded to Madame Marie Curie—an opportunity to celebrate the contributions of women to science.
ma anche giustamente protagonista di questo carnevale, essendo novembre il mese della sua nascita.
La scienziata franco-polacca è stata la prima in assoluto a vincere ben due Nobel, uno in fisica nel 1903 per la scoperta della radioattività (scoperta che condividono insieme con Becquerel, che vinse con Marie e con il marito il premio di quell'anno) e l'altro, come detto nel 19011 in chimica.
I suoi contributi più importanti, che avrete modo di approfondire leggendo i contributi che animano questo Carnevale, sono innanzitutto l'utilizzo di un macchinario inventato negli anni Ottanta del XIX secolo dal marito Pierre insieme con il fratello Jacques per verificare la scoperta di Becquerel. A questi primi esperimenti seguirono le coperte di radio e polonio e successivamente l'applicazione delle radiazioni da una parte per la cura di lesioni varie e dall'altra per la realizzazione delle radiografie. Nasceva in questo modo una nuova branca della scienza, quella che oggi chiamiamo radiochimica.
D'altra parte l'importanza di Marie Curie va anche oltre i due Nobel e le sue fondamentali scoperte: permette infatti di enfatizzare il ruolo delle donne nella scienza in generale e nella chimica in particolare. E dell'importanza di questo ruolo, ad esempio, se ne rende conto anche Nature, che su Nature Chemistry pubblica la foto di seguito (un grazie per l'invio a Francesco Neve, i cui contributi al Carnevale sono più sotto nella seconda parte):
E' stata realizzata con un collage di 200 foto di altrettante scienziate, diventando la copertina del numero di NC di settembre di quest'anno (per la precisione il volume 3, numero 9). Su quello stesso numero compare anche uno splendido articolo di Michelle Francl, Sex and the citadel of science, dove la chimica statunitense si interroga su un paio di domande sicuramente molto interessanti:
Why are women still under-represented? A lack of ability or passion, or could it be that we create labs into which women don't quite fit?
Da ottima scienziata nel suo articolo mette in fila una serie di studi e rassegne per cercare più che di rispondere alla domanda di fotografare la situazione attuale. Sicuramente emergono nettamente le capacità di Marie Curie come scienziata, capacità che erano già state apprezzate da Rutherford quando andò a trovarla nel suo obiettivamente piccolo laboratorio (quello che all'inizio le era stato assegnato dalla Sorbona, prima che ne aprisse uno tutto suo):
It must have been dreadful not to have a laboratory to play around in
In effetti, sciolto qualsiasi dubbio su possibili cause naturali riguardo le capacità delle donne nella scienza, e constatato che le donne stanno aumentando la loro presenza nei laboratori e negli istituti di ricerca, resta probabilmente come unica spiegazione la difficoltà nel rompere con alcune convinzioni sociali ancora ben radicate non solo nel mondo in generale, ma anche in quello scientifico, tutte legate a una scarsa considerazione delle capacità delle donne. Questo rende ancora più importanti i premi vinti da Marie Curie e dalle sue discendenti, a iniziare dalla figlia Irene fino ad arrivare all'ultima vincitrice del Nobel per la Chimica, Ada Yonath nel 2009.
A questo punto, però, mi sono dilungato anche troppo: è giunto il momento di dare inizio alle danze!