Stomachion

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giovedì 26 luglio 2018

Uomini e androidi: la sopravvivenza del più adatto

Tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta del XX secolo la paura di una guerra nucleare era al suo apice. Uno dei business più importanti dell'epoca era quello della costruzione dei rifugi nucleari. In questa attività si trova coinvolto John Markham, protagonista di Uomini e androidi, romanzo distopico del 1960 di Edmund Cooper.
Novello Rip van Winkle, John si trova all'interno di uno di questi rifugi mentre sta scoppiando, imprevista, la guerra nucleare e qui viene congelato in maniera automatica dal rifugio stesso. Verrà risvegliato circa 150 anni più tardi, ritrovandosi in una Londra spopolata a causa della guerra in cui gli esseri umani sono riusciti ad affrancarsi dal lavoro, manuale ma anche intellettuale, grazie alla costruzione degli androidi. Questi ultimi, in grado anche di costruire altri androidi in tutto simili a se stessi, sono ormai più numerosi degli esseri umani, ma si fanno carico di questi ultimi e della sicurezza della Repubblica di Londra. Il problema è che la combinazione tra la rigida programmazione degli androidi e le regole emerse dopo la drastica riduzione della popolazione (ad esempio non si possono avere più di un limitato numero di figli nell'arco di cinque anni e essere padri o madri di un figlio in più oltre tale limite porta al ricondizionamento mentale) genera una società in cui le libertà individuali sono abbastanza limitate e risulta abbastanza facile passare più di una volta nel corso della propria vita dall'ospedale o per delle sedute criogeniche o per un vero e proprio lavaggio del cervello che modifica completamente la personalità di chi viene considerato una minaccia per la sicurezza della Repubblica.