Stomachion

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sabato 25 maggio 2019

L'unico e solo bar radioattivo dell'universo

Prima di iniziare, un buon towel day a tutti i lettori!
La traccia con cui si apre What Remains Inside a Black Hole dei Man or Atro-Man? ha un titolo che sembra ispirato a Douglas Adams e al suo Ristorante al termine dell'universo:

Il secondo romanzo della serie è, come già il primo, un susseguirsi di divagazioni all'interno della galassia da parte dei protagonisti, Arthur Dent, Ford Prefect, Trillian e Zaphod Beeblebrox, cui non dobbiamo dimenticare il robot depresso, Marvin, o la Cuore d'oro, l'astronave dotata del motore a improbabilità, che ovviamente sfrutta l'imporbabilità quantistica per muoversi all'interno dell'universo e compiere azioni altamente improbabili.
Ad ogni buon conto, divertendosi come nel miglior stile di Adams, le peregrinazioni dei nostri eroi li portano fino al Ristorante al termine dell'universo che viene così brillantemente pubblicizzato:
Se stamattina hai fatto sei cose impossibili, perché non concederti come settima una colazione da Milliways, il Ristorante al termine dell'Universo?

mercoledì 21 settembre 2011

Simulando la legge di Hubble

Ricordate Paraponzio? Il blog didattico di Peppe? Questo piccolo articolo di una paginetta, Hubble's law: a simple simulation potrebbe tranquillamente stare sulle pagine di Paraponzio (così come un qualsiasi articolo di Paraponzio potrebbe stare tranquillamente sulle pagine di Physics Education) talmente è semplice è diretta l'attività didattica che viene proposta. Prima di raccontare brevemente, ma soprattutto con le immagini, l'attività, un paio di paroline sulla legge di Hubble.
La legge porta il nome dell'astronomo Edwin Hubble (la paternità, però, è ancora oggi piuttosto dibattuta(3, 4)) ed è dovuta alle prime osservazioni di un universo in espansione. Uno dei risultati collaterali della teoria della relatività di Einstein, in effetti, era un universo in espansione e non statico, un risultato che lo stesso Einstein aveva sconfessato. Eppure varie osservazioni fatte tra nella seconda metà degli anni 20 del XX secolo confermarono invece l'ipotesi dell'espansione cosmica(1, 2).
La legge, dal punto di vista matematico, racconta \[z = H_0 \frac{D}{c}\] dove $c$ è la velocità della luce, $H_0$ la costante di Hubble, mentre $z$ e $D$ sono le due grandezze fisiche che la legge lega una con l'altra, ovvero il redshift e la distanza della galassia dall'osservatore. Il redshift, in particolare, è lo spostamento verso il rosso della luce inviata sulla Terra ed è dovuto all'effetto Doppler applicato alle onde elettromagnetiche. Ad esempio quando sentite la sirena di un'autoambulanza, questa vi sembrerà via via più forte o più debole se in avvicinamento o in allontanamento rispetto alla vostra posizione. Un'onda elettromagnetica, come la luce, invece risulterà più vicina al blu o al rosso a seconda che sia in avvicinamento o allontanamento rispetto all'osservatore.
Ha dunque una certa importanza, come potete immaginare, misurare il redshift delle galassie che ci stanno intorno: evidentemente un redshift nullo o comunque piccolo era un indizio di un universo statico, altrimenti ecco un universo dinamico, come potete vedete dall'immagine presente nello storico articolo di Hubble(2) e presa in prestito dal mitico Popinga(3):
Confrontiamo, ora, questo grafico con i risultati della simulazione(5):