Era dai tempi di
Darkenblot, conclusosi nel 2017 con
Nemesis, che Macchia Nera non riceveva una storia degna della sua storia, almeno se si escludono le apparizioni nelle parodie, come ad esempio la serie dedicata a
Pippo Nemo. Il personaggio, ideato da
Merrill De Maris e
Floyd Gottfredson sulle
daily strip uscite nel corso del 1939 e successivamente raccolte nella storia
Il mistero di Macchia Nera, aveva subito un uso più che altro umoristico sin dal suo passaggio sui
comic book. E se
Casty era riuscito a riprenderne le origini e aggiornarne gli interessi con
Darkenblot, dopo questa incredibile saga il personaggio era ritornato in una qual certa mediocirtà. Lo stesso
Marco Nucci aveva calcato la mano affiancanto per un paio di storie Sgrinfia al nemico pubblico numero uno del Calisota. Come però scopriamo in questo nuovo numero di
Topolino era tutto funzionale al ritorno in grande stile del personaggio con
Io sono Macchia Nera.
Siamo di fronte a una storia
castyana come soggetto, ma con una narrazione molto più di genere: Nucci, infatti, calca la mano sui toni neri della storia, mettendo Topolinia sotto assedio con una pioggia amnesica. La cosa ironica della faccenda è che questa minaccia viene direttamente dalla saga di Mr. Vertigo, ma in quel caso era stata annunciata, ma Vertigo stesso non era in grado di produrre nulla del genere, mentre Macchia Nera non ha bisogno di dirlo in giro, semplicemente lo fa.
Questo è solo l'inizio
E' la minaccia che lascia scritta sopra l'ingresso della stazione di polizia, mentre nel frattempo Topolino, seguendo l'unico indizio fornitogli dal suo stesso nemico, si dirige verso quella che è probabilmente una trappola.
Nucci alla fine ci restituisce un personaggio inquietante e letale, ma anche geniale ed estremamente intelligente, oltre che con un ricco bagaglio culturale, ottimamente caratterizzato dalle didascalie in prima persona di Macchia Nera. Da par suo Casty si supera nella realizzazione delle pagine, ricche anche di trovate, come scritto prima, molto
castyane. D'altra parte l'autore ha accettato con entusiasmo, come evidente dall'intervista della
settimana scorsa, di disegnare la storia di Nucci: di fatto un esplicito
endorsment in favore di
Io sono Macchia Nera.
La qualità di questa prima parte di fatto trasforma il resto del sommario in un semplice contorno di accompagnamento, incluso l'
episodio conclusivo de L'oscura finale. La lettura separata da all'incirca un giorno rispetto a
Io sono Macchia Nera alla fine permette comunque di godere della gradevolezza delle storie proposte, come ad esempio
L'affare vacanze di
Giorgio Fontana e
Carlo Limido che mette insieme la strana coppia Battista e Filo Sganga, la cui sola presenza è garanzia di
gag divertenti.
Piacevolmente sorprendente è poi
La minaccia alla fattoria, nuova storia del Paperinik di
Marco Gervasio questa volta affiancato ai disegni da
Giuseppe Facciotto. La trama è abbastanza semplice: per la solita necessità di non dover pagare una quota a suo dire eccessiva di tasse, Paperone è costretto a vendere alcuni lotti di terreno agricolo a Red Duckan. Per errore, dovuto alla stanchezza, Paperone inserisce nel contratto il lotto dove si trova la fattoria di Nonna Papera, e poiché non esiste alcun accordo scritto tra Elvira Coot e Paperon de Paperoni sulla effettiva cessione alla prima della fattoria, Duckan può tranquillamente tenersi il terreno, rifiutando di restituirlo a Paperone in luogo di un altro di suo gradimento.
Questa variazione rispetto alle trame precedenti risulta un'ottima cosa nel percorso delle storie
gervasiane, anche se prima o poi sarebbe bello rivedere su
Topolino un Paperinik eroe e non uno che interviene solo per gli affari di famiglia.
Nessun commento:
Posta un commento