Iniza L'isola che noc c'è, storia in 5 (forse 6 se l'ultimo sarà suddiviso in 2 tempi?) episodi di Giorgio Salati e Giampaolo Soldati. Ed è evidente, per chiunque ha visto la serie televisiva che sto per citare, l'influenza che Lost ha avuto nella realizzazione della storia. Ci sono, però, anche alcune modifiche importanti. Topolino, Minni, Clarabella e Orazio, naufragano durante una tempesta sulle sponde di un'isola perduta insieme con un gruppo di turisti che sta passando una divertente crociera su uno yacth nell'oceano.
Fin qui sarebbe una normale storia di un naufragio, ma gli elementi che fanno pensare a Lost sono la presenza di un misterioso aggressore sull'isola che inizia a far sparire i naufraghi (alcuni indizi suggerirebbero, in effetti, la sua natura), l'impossibilità di comunicare con l'esterno a causa di un forte campo elettromagnetico che circonda l'isola e la presenza di un elemento disturbatore (noto solo al lettore) all'interno del gruppo di naufraghi.
C'è, però, anche qualcosa che va oltre Lost: la abbastanza esplicita conferma che il naufragio non sia stato un caso. In effetti anche qui caso non c'è nulla di confermato tramite battute, ma le scene mostrate da Salati e Soldati non lasciano alcun dubbio.
Altra differenza con Lost è l'assenza dei classici flashback che approfondiscono i personaggi: Salati lascia questa fase alle interazioni tra i vari componenti del gruppo. Gli scambi di battute e le reazioni alle varie situazioni congegnate contribuiscono a creare i caratteri, che comunque sono ancora in parziale evoluzione, visto che non tutti gli aspetti di tutti i naufraghi sono stati eviscerati. Invece lo sceneggiatore preferisce approfondire le reazioni di quel che possiamo considerare come il "mondo esterno" e che, possiamo scommetterci, avrà anch'esso una funzione nella risoluzione della vicenda.
Interessante, poi, Sveglia, Paperino! in cui Danilo Deninotti affiancato da un Federico Franzò che mi ricorda sempre più l'Andrea Ferraris degli esordi, esplora un tema molto interessante: come la vita segreta di Paperinik influenza quella di Paperino, in particolare in periodi di stress molto particolare come quello descritto dallo sceneggiatore.
Chiudo questa recensione "mattiniera" con La gicodenarite contesa, storia di stampo decisamente barksiano in cui Vito Stabile mette in scena un nuovo scontro con Cuordipietra Famedoro, basato questa volta sul loro molto simile rapporto col denaro. La risoluzione della sfida è, in qualche modo, donrosiana, mentre la storia, nel suo complesso, ha il pregio di mettere insieme con grande armonia molti degli elementi tipici della quotidianità paperoniana relativa al suo rapporto con le monete, presentandoli tra l'altro sotto un'ottica leggermente diversa rispetto alle monete sulla testa o al saltare come un pesce baleno, ma non per questo meno barksiana.
Ad affiancare Stabile troviamo, poi, uno dei miei disegnatori preferiti, Francesco Guerrini, disegnatore che a mio giudizio è stato in grado di rinnovare in modo originale la lezione barksiana, riuscendo a essere riconoscibile nel tratto e nella recitazione dei personaggi, innovativo nella composizione della pagina (e ben prima che arrivasse la rivoluzione pikappika), ma comunque ben saldo nel seguire anche la lezione dei "classici".
In chiusura vi segnalo l'intervista di Simone Cavazzuti ai due autori proprio su questa storia (ma non solo!).
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