Stomachion

venerdì 28 giugno 2024

Perso nello spazio e nel tempo

20240628-astronaut-lonely-on-asteroid
Erano qualcosa come una decina d'anni che non prendevo la penna in mano per scrivere in versi. E poi qualche giorno fa mi sono ritrovato a buttare giù una poesia, su un quadernetto, ma, forse per via degli esperimenti con Suno che sto facendo in questo periodo (essenzialmente con la traduzione di alcune delle mie vecchie poesie), ho scritto direttamente in inglese. E ne è uscito Lost in space and time, che ho poi trasformato in un pezzo metal e che potete ascoltare su Suno.
Il tema della canzone è la solitudine, come intuibile già dal titolo, ma per svilupparlo ho utilizzato immagini astronomiche e scientifiche. E quindi, come per qualunque altra canzone di qualunque altro artista, andiamo a esaminarne il testo (anche se in questo caso è più uno spiegarlo, avendolo scritto io stesso!). Tecnicamente abbiamo una intro e una chiusura, entrambe di due versi, e poi tre terzine, in cui il primo verso è identico, I'm lost in space and time, mentre gli altri due declinano la solitudine essenzialmente in due modi, uno classico, nel senso di essere soli senza nessuno intorno, e l'altro in qualche modo ancora più profondo, in cui ci si sente soli anche in compagnia.
I versi del primo genere sono abbastanza semplici e chiari. Si inizia con
I'm lost behind the stars
che riecheggia del vuoto cosmico tra le stelle, e che viene ulteriormente ribadito da
I'm lost as lonely rock
Generalmente, partendo dalle interpretazioni artistiche della fascia degli asteroidi, pensiamo a una zona del Sistema Solare densa di oggetti rocciosi, alcuni massicci altri un po' meno. In realtà anche in questa fascia le distanze sono sufficientemente ampie da poter considerare gli asteroidi per lo più rocce solitarie, lonely rock, che però in qualche modo riecheggia anche del classico cowboy solitario che viaggia per il west con quel pizzico di malinconia che non lo abbandona mai.
L'ultimo verso che richiama alla solitudine di questo tipo è
I'm lost as a particle in void
condizione in cui potrebbe trovarsi una particella singola che si trova a viaggiare nel cosmo, anche se questa non è una condizione così probabile.
E veniamo alla solitudine all'interno di una moltitudine, che nella prima stanza è raccontata con
I'm lost as cosmic dust
La polvere cosmica, al di là della sua densità, è appunto una moltitudine di atomi e molecole che costituiscono generalmente la fase iniziale della nascita delle stelle. Per cui sono indubbiamente delle zone particolarmente affollate, anche solo pensando al vuoto cosmico tra i pianeti.
Nella seconda stanza l'immagine viene ribadita in un modo in qualche modo non immediato con
I'm lost over event horizon
In realtà anche l'orizzonte degli eventi intorno a un buco nero, in particolare un buco nero supermassiccio, è una zona abbastanza affollata: ci si trovano intorno tutte le particelle che stanno cadendo al suo interno. Ed è particolarmente affollato essenzialmente a causa dell'effetto relativistico per cui, a un osservatore esterno, qualunque cosa si trovi sull'orizzonte degli eventi appare ferma o quasi, priva di tempo potremmo dire.
E infine ecco
I'm lost inside cosmic rays
I raggi cosmici sono fasci di particelle ad alta energia prodotti per lo più nel cuore delle galassie, in quelli che sono detti getti relativistici. Di fatto sono quindi una delle situazioni più affollate che si possono trovare nell'universo, e quindi una delle situazioni più simili all'esere isoltati in una moltitudine: d'altra parte a causa dell'alta velocità, nonostante la vicinanza, le particelle potrebbero essere trattate in prima approssimazione come libere dalle influenze delle loro vicine.
Arrivati a questo punto due parole sul processo di scrittura, che non è solo sgorgato in maniera naturale nella lingua inglese (anche se, ovviamente, non mi considero un esperto di tale lingua), ma soprattutto in maniera del tutto naturale ho pensato a queste immagini. Senza pensarci troppo.
E infine veniamo al risultato musciale generato. Di fatto quello che (spero) avete ascoltato (o ascolterete) è uno di quattro versioni differenti e l'unica che mi ha veramente soddisfatto. Alla fine ne è uscito un pezzo sostanzialmente progressive metal a partire da suggerimento un po' più deprimente, diciamo così: il doom metal. Evidentemente Suno ha fatto pesare di più il cinematic e l'epic che volevo abbinare al doom e l'esito finale, alla fine, devo dire ha comunque incontrato i miei gusti!

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