Stomachion

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mercoledì 16 aprile 2025

#MilanoDesingWeek 2025: It means peace / War flags

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L'installazione realizzata presso l'Orto Botanico per la Milano Design Week 2025 è, in effetti, una doppia installazione. I visitatori, infatti, si ritrovano ad attraversare lo Strettone della Pinacoteca di Brera passando attraverso una serie di assi che richiamano le trincee della prima guerra mondiale, e di molte altre guerre nel mondo, immersi dentro i ruomori degli spari e delle esplosioni.
Alla fine di questo corridoio la scritta Peace is a choice, la pace è una scelta, chiarisce molto bene il senso dell'installazione di Marco Balich realizzata in collaborazione con Pasquale Bruni. All'esterno messaggi di pace, campeggiati da un albero che sembra quasi piangere. Poi, sul muro che porta fino all'Orto Botanico, troviamo pace scritta in 7 lingue differenti.

mercoledì 21 febbraio 2024

Sacco e Vanzetti: Una storia come a teatro

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In effetti l'altro evento di cui scrivevo all'inizio del post dedicato al concorso di Legambiente - Zanna Bianca ha un che di teatrale, e non solo per l'incipit del libro che è stato presentato:
C'è una sedia al centro del palco. L'allestimento scenografico è pallido, il biancore lattiginoso evoca la sospensione della vita. Fuori, c'è tutto un mondo ad aspettare che qualcosa accada. Innanzitutto, il pubblico dei giudici e dei giurati, di coloro che hanno confermato il verdetto, con parole gonfie di vendetta o con il silenzio della paura, L'America castigata e benpensante del proibizionismo assiste.
E proprio la location della presentazione del libro, la sala del teatro del circolo Arci La Scighera, ricorda questo allestimento descritto all'inizio del libro. Un allestimento in cui il pubblico lì convenuto chissà dove si andrà a collocare...
Il libro è Sacco e Vanzetti - La salvezza è altrove di Paolo Pasi. Pubblicato per elèuthera racconta, come intuibile dal titolo, della storia al tempo stesso drammatica e iconica di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, i due anarchici uccisi dalla "giustizia" statunitense per una rapina con omicidio cui non avevano partecipato.

sabato 23 agosto 2014

Atom l'ambasciatore

Lo spiega lo stesso Osamu Tezuka ne La nascita e l'evoluzione di Tetsuwan Atom, storia in tre parti in appendice al primo volume della Panini Comics: Atom, noto negli Stati Uniti e da qui nel resto del mondo soprattutto come Astro Boy (soprattutto per la serie televisiva), nasceva come personaggio di contorno in Atomu Taishi, Ambassador Atom anche nota come Captain Atom, storia serializzata su Shonen dall'aprile 1951 al marzo 1952.
Nelle prime due puntate Tezuka prepara l'ambientazione, presenta i personaggi e poi con la terza introduce il robot Atom, che doveva comunque essere un personaggio marginale, ma permetteva di avere una coordinazione tra il titolo del manga e uno dei suoi protagonisti.
Il ruolo di Atom, però, crescerà prima della conclusione della storia: il robot, infatti, diventerà ambasciatore di pace nella guerra tra la Terra e i visitatori spaziali. Tezuka, infatti, inizia la storia come una space-opera classica: i terrestri viaggiano nello spazio a bordo di gigantesche astronavi dopo che la Terra è esplosa.
La seconda puntata si apre in maniera inaspettata: Tamao, uno dei ragazzi protagonisti della prima puntata si trova, sotto la pioggia, a Tokyo. Cosa è successo alla nave spaziale? Era tutto un sogno di Tamao? O c'è stato un ripensamento da parte dell'autore? In realtà, come si scoprirà in seguito, gli abitanti di un'altra Terra, questa esplosa, sono giunti sulla Terra di Atom. Tezuka, così, può introdurre nel suo fumetto da una parte gli avvistamenti di ufo di cui si sta iniziando a parlare sempre più diffusamente in quegli anni, e dall'altra la teoria dei molti mondi, in questo caso interpretata come se le Terre-parallele non si trovassero a un universo di distanza, ma all'interno del medesimo universo.

venerdì 11 ottobre 2013

Il CERN per la pace

Ma c'è anche un aspetto che a me piace sottolineare che è come se fossimo nel futuro non solo per le tecnologie e per la maniera di usare l'immaginazione, ma anche per la maniera con cui stiamo lavorando.
La sfida con la natura, nella comprensione della natura è talmente difficile che è obbligatorio che le menti migliori del pianeta in questo campo specifico collaborino, si mettano insieme.
Ed è bellissimo vedere paesi come il Pakistank, per esempio, o l'Iran, che non sono certamente amici degli Stati Uniti, dentro gli esperimenti dell'LHC lavorare fianco a fianco, i fisici pakistani o iraniani insieme ai fisici americani: è come se fossimo un pochino nel futuro anche nella maniera con cui l'umanità dovrebbe affrontare i grandi problemi che ci affliggono.

Guido Tonelli a Spacelab di Rai News

venerdì 5 novembre 2004

La pace ha perso un Nobel...

Sembra che Arafat, presidente di una ancora inesistente Palestina, sia morto. Un uomo che, pur non avendo dedicato la vita alla pace, aveva ottenuto il Nobel per la pace... Parola grossa, considerando cosa implica.
Subito in molti si sono divisi per dire la loro su quello che era e su cosa ha rappresentato Arafat, e nessuno è d'accordo con l'altro. In tutto questo turbinio di voci, interventi, discussioni, ci si dimentica che Arafat ha vinto un Nobel per la pace, ma forse senza tanto merito. Ci si dimentica che spesso chi costruisce veramente la pace ogni giorno, chi meriterebbe veramente tale riconoscimento per il proprio disinteressato impegno per la pace, spesso viene ignorato, come rischia di essere ignorato Enzo Baldoni, morto proprio per quella pace che andava cercando, morto per cercare di capire come si poteva costruire la pace in Iraq.

E così, qualche giorno dopo il rapimento, in una notte di giovedì, andando sul sito di Repubblica a controllare il medagliere olimpico, mi sono trovato davanti alla notizia dell'assassinio di Enzo Baldoni. Non ho voluto crederci, all'inizio. Pensavo fosse uno scherzo, una notizia fasulla. Ma la mattina dopo, leggendo il giornale, ho letto tutti gli atroci dettagli, ho letto della strazio della famiglia, e non sono riuscito a trattenere le lacrime. Essere un "uomo dei fumetti", così come essere un uomo di pace, di comprensione, comunicazione, ironia, non è servito a salvarlo. Siamo tutti un pò più poveri, un pò più tristi, un pò più soli, in questa fine d'agosto in cui pietà l'è morta...
(editoriale di Marco Lupoi, da L'Uomo Ragno#127 (#399) del 14 Ottobre 2004)

La pace ha perso un Nobel, ma non è morto ieri...