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Pesce d'Aprile cosmico
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Sarebbe indubbiamente interessante provare a reintrodurre l'idea di giorni particolare in cui la fortuna di Gastone si spegne, ed effettivamente il primo d'Aprile potrebbe essere un ottimo giorno, ma per ora dobbiamo accontentarci di una storia come questa, godibile e divertente e molto ben disegnata da Marco Palazzi, che effettivamente, confrontandola con la precedentemente citata storia de Il pendolo di Ekòl, mostra uno stile influenzato proprio da Franco Valussi, disegnatore di quella mitica parodia.
Amelia e gli ufologi
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La storia, godibile, si segnala per la presenza della tecnologia e di come questa, alla fine, riesca ad averla vinta sulla magia, che, ispirandosi ad Arthur C. Clarke, può essere considerata come scienza che non ha ancora avuto una spiegazione (almeno all'interno delle storie a fumetti, of course!).
Le stelle del cinema
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D'Antona, per l'occasione, rispolvera i classici litigi tra i due scienziati, che non si vedono d'accordo sulle origini di Topwood, così Topolino e Pippo viaggiano nel tempo per raccogliere più informazioni possibili. L'aspetto interessante della storia è che, sfruttando il pulsante di richiamo temporale (o in qualunque modo si chiami), i due eroi si permettono di viaggiare da una costa all'altra per raccogliere gli indizi e risolvere l'ennesimo atto criminale. La storia oscilla tra la classica avventura storico-temporale e la reinterpretazione disneyana tipica de La storia del cinema di Topolino di Roberto Gagnor, ma nonostante questa commistione di elementi, risulta interessante e divertente, anche grazie al contributo di Marco Mazzarello.
Censura
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Ciò che stupisce è soprattutto la censura sulla storia di Paperoga, Il fotografo naturalista, visto che mi sembra altamente improbabile che i giovani lettori di Topolino non sappiano che il pesce che mangiano a tavola venga portato loro già morto senza essere nato e vissuto in mare o in qualche altra parte. O forse Topolino vuole diventare un paladino del veganesimo e del vegetarianesimo, e allora dovrebbe scriverlo chiaramente, cosa che nemmeno questa mi pare di aver letto da qualche parte.
Detto ciò, mi sembra che un certo genere di censura nasconda, da parte di chi la propone, paura sicuramente, ma anche ipocrisia, visto che sul finire del 2018 la saga del Topolino di Francesco Artibani diffondeva valori molto diversi, come ad esempio l'apertura mentale e l'accettazione del diverso.
Forse, allora, le scelte censorie della redazione non sono così autonome come si potrebbe pensare, visto che le modifiche sono così evidenti e malfatte.
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