Stomachion

lunedì 21 ottobre 2019

Weathering with You: un amore negazionista

E' soprattutto con Your Name che Makoto Shinkai viene accostato a Hayao Miyazaki, il maestro dell'animazione giapponese, ma è lo stesso Shinkai in un certo senso a voler porre le distanze da tale paragone:
But... you can't be Miyazaki, you can only be the second Miyazaki, and that isn't something to aim for.
Il sesto lungometraggio di Shinkai, Weathering with You, arriva a tre anni da Your Name (che probabilmente recupererò a breve grazie a Netflix), e sono andato a vederlo insieme a due amici wikipediani a Bologna. La storia è sostanzialmente un fantasy: c'è questa ragazza, Hina, che è in grado di controllare il tempo, in particolare di portare il bel tempo. Conosce Hodaka, scappato di casa e giunto a Tokyo in cerca di un posto dove stare e di un lavoro che gli permetta di sopravvivere. Il ragazzino, nel frattempo, è diventato assistente di Keisuke Suga, un piccolo editore che pubblica su commissione articoli di inchiesta su superstizioni varie. Hodaka, così, inizia l'attività di assistente giornalista andando a intervistare vari presunti sensitivi insieme con Natsumi, scoprendo la leggenda delle sacerdotesse del tempo, in grado di portare il sereno, proprio come Hina.
Senza svelare altro sulla trama, la storia narrata da Shinkai procede in maniera abbastanza lineare, con la voce narrante di Hodaka che alterna le varie scene e con un buon ritmo, che si fa via via sempre più frenetico, fino alle porte del lungo epilogo. Gli elementi cardine sono anche abbastanza semplici: il rapporto sempre più forte e profondo tra Hodaka e Hina; le difficoltà nella ricerca di una strada verso l'età adulta; la vita nella grande città. In questo senso la rappresentazione di Tokyo e più in generale degli ambienti è incredibilmente realistica e dettagliata, anche nelle scene più spiccatamente fantastiche.
Altro elemento cardine della storia è, però, il tema dei cambiamenti climatici. L'ambientazione è una Tokyo dove non smette mai di piovere, nonostante l'estate avanzata. Dalle testimonianze raccolte dai protagonisti nel corso della vicenda emerge una visione piuttosto negazionista sui cambiamenti climatici, in cui l'uomo, visto come creatura arrogante, non può in alcun modo sperare di controllare il clima, che muta nel tempo indipendentemente dalle azioni degli abitanti del pianeta. Nell'economia della storia questo punto è un difetto veniale, quasi necessario vista la trama, che viene abbondantemente surclassato dalla profondità dei personaggi, dal ritmo della narrazione e dalla forza del rapporto tra i due giovani protagonisti. Per cui, alla fine, vale indubbiamente la pena andarlo a vedere, a maggior ragione perché sta ritornando nelle sale: il 5 e il 6 novembre, per la precisione!

Nessun commento:

Posta un commento