Jansen non ha certo la scrittura in un certo senso visionaria, ma anche dettagliata di Tuomas Holopainen, ma anche nel testo di Omega si possono trovare diversi spunti scientifici. E già ne troviamo nei primi due versi:
Enigmas of the universeAbbiamo un primo riferimento all'importanza della ricerca scientifica per scoprire gli enigmi dell'universo, ma anche una interessante idea proposta da Jansen nel terzo verso, quando ci si riferisce al fatto che tutte le strade portano all'omega, che è tradizionalmente associato con la fine. Quella dell'univesro ovviamente. L'idea è quindi che la fine dell'universo sia sostanzialmente inevitabile, ma questo non impedisce al genere umano di andare in caccia di risposte, come ci viene ricordato nel secondo verso del chorus:
Cannot be known without a search
We will find out that all roads lead to Om
We hunt for answers hiding deep insideTorniamo alla prima stanza, che si conclude con questi due versi:
We should go with the cosmic flowHo trovato interessante il riferimento al seguire il flusso cosmico, visto che almeno personalmente mi evoca la Millennium simulation sulla distribuzione della materia oscura nell'universo, che sembra espandersi al suo interno proprio come tanti fiumi che collegano le galassie: Il chorus stesso, poi, viene sviluppato intorno al concetto della dualità: giorno e notte, bianco e nero, sono le due facce di questa alternanza, mentre l'ultimo verso del chorus stesso cita esplicitamente il concetto, che ricordo è arrivato all'attenzione della scienza prima e del grande pubblico poi grazie alla meccanica quantistica e alla questione della dualità onda-particella:
Life is a labyrinth
That we are dancing in dualityL'ultima immagine evocata dal testo di Jansen che in qualche modo può essere scientifica la troviamo all'inizio del terzo movimento di Omega:
Primordial forceE' quest'ultimo verso che da il titolo al post e che trovo particolarmente interessante, visto che effettivamente è possibile dare voce, o suono ai dati provenienti dall'universo. un bell'esempio lo trovate qui sotto ed è la sinificazione del segnale proveniente dal buco nero al centro di M87, il primo buco nero mai fotografato. E potete anche confrontarla con la versione originale, diciamo così, di quei dati. Spero apprezzerete come gli artisti siano riusciti a rendere in musica i dati in maniera affascinante, senza tradire eccessivamente la fonte originale: Sì, perché per quanto il processo di sonificazione riesca a mantenersi aderente ai dati di partenza, non può fare a meno anche di trasformarla in qualcosa di diverso, in un certo senso tradendola. E in fondo è quello che fa anche la scienza: interpreta l'universo, sperando che questa interpretazione risulti il più fedele possibile all'universo stesso.
Sound of the universe
E dopo questo attacco di filosofia, vi lascio alla versione acustica di Omega, che può essere trovata nel secondo cd dell'edizione de luxe di Omega: lo so perché l'ho acquistata!
Nessun commento:
Posta un commento