Stomachion

domenica 19 marzo 2023

Topolino #3512: L'ultima speranza

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Ancora non siamo giunti alla penultima puntata, ma almeno per noi lettori Topolino rappresenta proprio l'ultima speranza per il mondo. Come già intuito dall'episodio precedente, la minaccia della nebbia non è circoscritta alla sola Topolinia o al Calisota, ma è decisamente molto più estesa. Nelle loro indagini alla ricerca di Topolino, Minni e Manetta trovano alcune carte nautiche che sembrano indicare un luogo ben preciso, che potrebbe essere collegato con tutta la faccenda.
Al di là dei dettagli della trama, ci sono alcuni elementi particolarmente interessanti nella storia, partendo da un riferimento abbastanza esplicito a Non ci resta che piangere, la commedia un po' fantascientifica, un po' storica del 1984 di e con Massimo Troisi e Roberto Benigni. Questo, però, si riduce a una sola vignetta all'interno di una scena più ampia che in qualche modo ricorda, invece, Morte dell'erba, romanzo post-apocalittico di John Christopher in cui gli esseri umani, a causa di una misteriosa malattia che sta distruggendo il grano, si raggruppano in comunità estremamente chiuse e diffidenti nei confronti dell'esterno.
La narrazione a flashback, invece, ci restituisce un Topolino che vede sparire una a una di fronte ai suoi occhi tutte le persone a lui care, e questo lo porta con una grandissima determinazione verso il centro del problema. Ed è lì che i riferimenti kingiani che fino a quel momento potevano ridursi a La nebbia, ecco che prendono decisamente la direzione di The Dome, ma non con la limitazione di una singola cittadina, Chester's Mill nel caso del romanzo di Stephen King, ma con almeno tutto il Nord America, se non tutto il pianeta nella sua interezza.
E ritorniamo così a dove eravamo partiti, che poi è anche la fine del terzo episodio de Gli evaporati di Bruno Enna e Davide Cesarello: Topolino che, insieme con un inusitato personaggio, si appresta a diventare l'ultima speranza per liberare il mondo dalla morsa della nebbia gialla, magari riuscendo anche a riportare indietro coloro che la nebbia ha catturato.
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Due parole (e forse anche qualcosa di più) anche sul resto del sommario. Arriva a conclusione, annunciato anche dalla copertina di Stefano Zanchi, Il principe della sabbie di Alex Bertani e Francesco Vacca per i disegni di Giuseppe Facciotto. E anche l'ultimo episodio, come i precedenti, si caratterizza per un eccessivo uso dei toni da commedia che non permettono di appassionarsi completamente alla vicenda. Per contro gli autori non riescono nemmeno a far ridere sul serio, per cui abbiamo una storia che nel complesso non conquista né con l'humor né con l'avventura. E alla fine il problema non è nemmeno la sua lunghezza, 5 episodi, ma proprioaver scelto una chiave di lettura che non soddisfa completamente.
Il numero si chiude con una delle storie più divertenti degli ultimi anni: confesso di aver riso di gusto come non mi succedeva dai tempi del RatMan di Ortolani, quello che faceva ridere di gusto. Il merito va tutto agli autori di Un C.E.N.T. per il Club dei Miliardari, ovvero Roberto Gagnor, Massimo Valentini e Francesco Guerrini, che creano le condizioni affinché gastone venga ammesso nel club. Il suo inserimento sarà l'origine di situazioni esilaranti in cui, per una volta, Rockerduck si mette, anche letteralmente, seduto su una poltrona a mangiare pop corn e gustarsi i travasi di bile dell'eterno rivale!
Ultima menzione va a Il reclamo del mare. La storia racconta delle difficoltà di Paperino a dormire, tormentato da un incubo in cui una tempesta marina si appresta a ghermirlo mentre si trova, impotente, sulla spiaggia. A scrivere la storia troviamo Vito Stabile, che con soggetti che hanno l'obiettivo di approfondire i personaggi, quasi di psicanalizzarli (anche se in questo caso è proprio così) si trova sempre a suo agio. Ai disegni, invece, ecco l'esordio di Christian Possenti che spicca non solo per un ottimo gusto nell'uso del colore (è, infatti, accreditato più che della colorazione in sé, della sua supervisione, anche se nei fatti ha probabilmente anche colorato buona parte della storia), ma anche per uno stile già ben maturo e fortemente ispirato a Corrado Mastantuono. E direi che l'arrivo di giovani disegnatori che rivolgono la loro attenzione in direzioni differenti da quella dello stile frecceriano non può che essere la benvenuta.
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