Mi espongo: una storia così coraggiosa come Gli evaporati di Bruno Enna e Davide Cesarello non la si leggeva dai tempi dell'arivo di Moldrok. E per capire il livello di coraggio della storia, basti pensare all'arrivo della nebbia a Topolinia nel primo dei flashback che incontriamo nel corso della lettura, quando di fronte a Topolino scompare una donna, assorbita dalla nebbia gialla giunta in città, che ha perso il fidanzato, probabilmente nello stesso modo. E dopo la scomparsa delle vittime di Moldrok, di fatto un vero e proprio serial killer, ecco un altro momento che in qualche modo sfiora il tema della morte. Ci vuole un bel coraggio per proporlo e altrettanta bravura per riuscire a renderlo in maniera così efficace senza essere eccessivamente espliciti.
Il soggetto di base, ad ogni modo, Topolinia che viene assediata dalla nebbia, è fondamentalmente ispirato a La nebbia di Stephen King, romanzo breve o racconto lungo che dir si voglia, che hanno anche cercato di trasformare, senza successo a quanto pare, in un serial televisivo (per ora ho visto solo questo e non sono ancora riuscito a recuperare la raccolta in cui è stata stampata La nebbia). L'idea kingiana, però, presta a Enna il semplice evento apocalittico che cambia completamente la vita a Topolinia, questo perché Gli evaporati si presenta essenzialmente come una storia post-apocalittica narrata con uno stile alla Lost e in un'ambientazione alla Mad Max, o per restare in campo letterario, mi ricorda non poco Morte dell'erba in cui veniva inscenata una specie di lotta tra campagna e città, più o meno come avviene ne La città delle nebbie, primo dei cinque episodi della saga. Non è l'unico esempio letterario che probabilmente potrei fare, ma è sicuramente il primo che mi è venuto in mente.
Per farla breve: un ottimo esordio per una storia che promette scintille! E personalmente spero che questa sia solo la prima stagione!
L'altra storia a puntate presente sul numero, Il principe delle sabbie di Alex Bertani, Francesco Vacca e Giuseppe Facciotto, giunge al terzo numero con la compagnia di Topolomeo, che sta viaggiando sotto le mentite spoglie di Topistocle, che arriva a Karnak per consultare l'oracolo del posto, interpretato da Eta Beta. In questo caso, anche se non ci viene detto in maniera esplicita, possiamo intuire dai disegni di Facciotto che il tempio in cui si dirigono per il consulto i nostri amici è il grande tempio di Amon, che in effetti sarebbe più corretto dire di Amon-Ra, essendo la divinità lì celebrata la fusione tra l'egizioano Ra e il tebano Amon. Tornando, però, alla storia, quella su Topolino, devo dire che
mi sta coinvolgendo sempre meno, troppo leggera e brillante sia nella costruzione delle situazioni sia nella caratterizzazione dei personaggi.
Molto più interessante è, invece, Il potere della teca di Vito Stabile e Marco e Stefano Rota, una storia che parte da uno spunto piiuttosto originale: Amelia, invece di impossessarsi della Numero Uno, punta l'attenzione sulla teca che la contiene. Il risultato è una storia divertente con il classico inseguimento paperoniano che, questa volta, vede in Battista l'accompagnatore.
Ultima menzione per L'automa auto-apprendente di Giovanni Di Gregorio e Federica Butticè. Con questa breve storia di dieci pagine, lo sceneggiatore ci riporta nel magico mondo degli scacchi grazie a una particolare mano robotica ideata da Archimede in grado di giocare a scacchi. Poiché alla storia ho dedicato il video della serie Disney Comics&Science, lascio qui un unico appunto. A un certo punto nella sfida finale l'avversario della mano robotica si stupisce della mossa della mano che lascia la regina scoperta. La cosa, però, non solo non è così stupefacente, visto che in alcune aperture è effettivamente previsto che le rispettive regine si ritrovino in presa una di fronte all'altra. A quel punto la decisione sull'eventuale cambio di regine spetta a chi ha il turno della mossa. E non sempre è una scelta facile da fare.
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