Il motivo per cui inizio a "parlarvi" di
Ranking of Kings ora che è uscito da poco il 4.o
tankobon dell'edizione italiana è che, semplicemente, ho recuperato da poco questi primi quattro volumetti. Il motivo del recupero recente è essenzialmente legato al fatto he solo da poco ho visto il #1 e così, letto del primo volume, mi sono fatto un'idea e deciso di proseguire con la lettura (d'altra parte era difficile sarebbe accaduto il contrario visto l'interesse iniziale).
Il primo aspetto su cui vorrei soffermarmi è quello estetico.
Sousuke Toka, infatti, si presenta con un tratto che, personalmente, mi ricorda quello di
Steven Universe, la serie animata statunitense creata da
Rebecca Sugar nel 2013, mentre alcuni dei personaggi di contorno mi fanno pensare a
Chobin, vedi per esempio Desha, il Re dell'Otlretomba.
Della storia, però, a colpire più che l'ambinetazione
fantasy è il protagonista, Bojji, primogenito dell'immenso re Bosse, un gigante, che è sordomuto, oltre che privo di qualsiasi forza. Farà presto amicizia con Kage, quella che definisco come una macchia di inchiostro, o di buio, che si muove strisciando a terra e che, come si scopre nel corso di questi 4 volumi, appartiene a un'antica razza di sicari che venne sterminata per impedire loro di confessare il mandante di un omicidio particolarmente poco gradito. Questo per dire che lo stesso Kage ha avuto una vita piuttosto complicata, sempre in fuga e a nascondersi, e che in qualche modo riesce a comprendere Bojji, ammirandone la forza d'animo e il suo riuscire a non abbattersi mai, nonostante la sua condizione di debolezza. Non dimentichiamo, poi, che Bojji deve ogni giorno confrontarsi con il fratello minore, nato dal secondo matrimonio del padre. Daida, infatti, è un bimbetto molto più forte e, soprattutto, è fortemente determinato a prendere il posto del padre come re, cosa che effettivamente farà alla morte di Bosse. In questo progetto è affiancato dalla madre, Hiling, che ha anche poteri da guaritrice.