
E' evidente come Faraci, pur con una storia in molti punti esilarante, voglia far riflettere il lettore sul valore che diamo agli oggetti e su come troppo spesso per traslato diamo valore alle persone in base a questi oggetti. Emblematico in questo senso è il fondo di bottiglia modellato come un diamante, che in realtà in una società in cui da valore ai sassi sarebbe comunque uno degli oggetti più preziosi, essendo in effetti esso stesso un sasso!
Con Pluto cane da tart-UFO iniziano ufficialmente (o proseguono: dipende dai punti di vista!) le avvenutre di Pluto con 500 piedi, di cui alcune anteprime avevamo visto nell'ultima vignetta della storia uscita sul #3650. Anche in questo caso il mistero iniziale da risolvere è legato agli UFO, ma poi il gruppo di ritrova a dare risposta a un mistero differente, che ha invece una risposta piuttosto terrestre. Storia divertente, sempre realizzata da Bruno Enna e Davide Cesarello, vede un finale alla Indiana Jones che è sicuramente apprezzato dai cultori del genere (presente!).
Lo spartito perduto di Pierluigi Paperelli è una storia dei Qui, Quo, Qua con il look da Area 15 (che finalmente posso dire che mi ha stufato e non poco, ma forse perché non lo amo nemmeno nella vita reale) a tema musicale, molto amato dal buon francesco Pelosi. Lo sceneggiatore, supportato da Mattia Surroz, congegna una caccia al tesoro musicale per i nipotini tutto sommato gradevole nonostante sia decisamente scontata sin dalla quarta (di 20) pagina. Il concetto che, nonostante ciò, permette comunque alla storia di restare impressa è quello della melodia indimenticabile.
Proseguendo col sommario troviamo, poi, il secondo episodio del Viaggio nella filosofia di Pico e Newton, che questa volta affronta il buon Socrate.
Così come per Talete sul numero scorso, anche di Socrate le informazioni sul suo pensiero ci vengono dai suoi allievi, Platone su tutti. Per Socrate, infatti, il fare filosofia si fondava sul dialogo e sul fare domande, cosa che ha una certa importanza anche nella storia di Giorgio Fontana e Donald Soffritti. Pico, infatti, prova ad applicare il metodo sul campo, ma lo fa con due soggetti poco ricettivi come Paperone e Rockerduck, anche se dal confronto emerge, seppur in un modo leggermente differente, un aspetto presente anche nella storia d'apertura. Il dialogo, infatti, ruota intorno al concetto di ricchezza e alla fine ne fa emergere alcune contraddizioni, che però vengono respinte dai due magnati concentrati esclusivamente sulla ricchezza in quanto tale (e in qualche modo distruggendo persino la visione romantica donrosiana di Paperone!).
Altro concetto fondamentale della filosofia socratica è il So di non sapere, che è un invito a non affidarsi esclusivamente alle conoscenze note, ma metterle in discussione per andare alla ricerca di nuove conoscenze. Il tutto condito da Fontana e Soffritti con una buona dose di ironia, anch'essa una delle basi del pensiero di Socrate!
Il numero si chiude, poi, con la ristampa de Il segreto del castello, la prima storia a bivi a fumetti al mondo realizzata da Bruno Concina e Giorgio Cavazzano e pubblicata originariamente su Topolino #1565. Avrò modo di approfondire la storia in altra occasione, anche perché ho collaborato ai redazionali di un volume che la ristampa, insieme con le due storie a bivi successive. Vorrei solo rilevare, come ha fatto notare Fisbio sul suo canale YT, che alcune battute della storia sono state censurate, cosa che spero invece non sia avvenuta nel volume che le raccoglie tutte. La sensazione, però, è che queste censure servano più per tenere buoni i lettori adulti, e non a "proteggere" i lettori bambini, motivo per cui sono sentite dai lettori storici come piuttosto antipatiche.
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