
Nato di lunedì
Pubblicata per la prima volta nel 1842 in una raccolta di versi curata da James Orchard Halliwell, quella di Solomon Grundy è una filastrocca un po' macabra che racconta la storia di questo personaggio che, nell'interpretazione che he hanno dato gli autori della DC Comics, è condannato a risorgere dopo ogni sua morte. Ovviamente la cosa è un po' più complicata di così, ma non è il caso di dilungarsi troppo. Basti ricordare, in questa sede, che la sua prima apparizione risale all'ottobre del 1944 sulle pagine di All-American Comics #61 come avversario di Alan Scott, la Lanterna Verde originale, in una storia scritta da Alfred Bester e disegnata da Paul Reinman.Da allora comparve saltuariamente in vari fumetti pre-Crisis, per poi cadere apparentemente nel dimenticatoio fino a che non lo ripescarono proprio Loeb e Sale nel corso del Lungo Halloween, mettendolo al fianco di Due Facce. Ed è sempre in questo ruolo che lo abbiamo ritrovato nel corso de L'ultimo Halloween, ruolo che ricopre anche in Innocente.
La storia scritta da Loeb ruota intorno al confronto iniziale tra Harvey e Julian September, l'Uomo del calendario, che sembra sia uno degli imitatori di Holiday, il serial killer che aveva sfidato Gotham e Batman nella miniserie originale. E non ho usato a caso i termini "uno degli imitatori", visto che la sensazione da un paio di vignette è proprio quella di essere di fronte a più personaggi che interpretano tale ruolo. Da altri indizi, invece, sembra che comunque tutto sia in qualche modo legato con l'Arkham Asylum, ma di questo, probabilmente, ne potremo essere certi solo una volta giunti a conclusione.
Una porzione piuttosto ampia dell'albo, però, è la sfida tra Batman e Gordon da un lato e Grundy e Due Facce dall'altro, il tutto mentre Gilda Dent prova a ritrovare il marito nascosto nei meandri del cervello di Due Facce.
A fronte di una scrittura come al solito asciutta da parte di Loeb, Cloonan realizza dei disegni carichi di nero e con un'inchiostrazione pesante che cattura l'oscurità della vicenda congegnata dall'esperto sceneggiatore. Il suo Batman è un continuo omaggio ad autori del passato, su tutti Sale, ma anche altri disegnatori come Alfredo Alcala (vedi il Batman della prima vignetta) o Frank Miller (il Batman che sfonda porte). Assolutamente disturbante, quasi lovecraftiano è, invece, il suo Pinguino, mentre Due Facce spicca per l'eleganza del tratto e la follia degli occhi. Il personaggio più squisitamente salieano, pur in mezzo a diverse soluzioni di composizione e tratto che richiamano il grande Sale, è indubbiamente Gilda Dent, mentre la sua Catwoman nelle due o tre vignette in cui compare, risulta conturbante come poche.
Un'ottima prova quella della disegnatrice, che è riuscita a trovare la sua strada, pur avendo ben in mente la lezione di Sale, che in ogni caso, come ella stessa ha ammesso nell'intervista conclusiva, è stato un mentore prezioso nella sua crescita artistica.
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